Camminata a Robbiano (Robbiano)
Sicuramente una delle più belle tapasciate mai fatte. Non sapevamo cosa aspettarci, solo che sarebbe stata movimentata. Su e giù per le colline della Brianza. Ma una zona a noi sconosciuta se non per le gare di cross. Il cielo che sogni da settimane, ma il vento gelido che ti entra nelle ossa. Una moltitudine di gente lungo tutti i percorsi, sentieri, boschetti, prati, campi arati, asfalto, salite, discese. E' un piaceere trovarsi in mezzo al tutto, assaporare in compagnia la giornata, guardar storta la salita che sta per arrivare e scoprire di esserti coperto troppo. Anzi no, il vento laterale è gelido. Sentire i crampi della fame a metà percorso e non avere il gel riparatore. Scoprire quanto è buona l'acqua naturale quando al ristoro è l'unica cosa che manca. E l'immancabile sfida nel finale con chi non sopporta di essere superato. Una corsa goduta fino in fondo. Senza premi o classifiche, senza la smania di seguire il cronometro.
Non sono molte le tapasciate che mi capita di fare in Brianza, in collinare. Soprattutto non nella zona Briosco-Giussano. Siamo distanti da casa e il gruppo solitamente si muove verso zone più comode nel bergamasco e nel milanese. E come lo scorso anno in questo periodo avevo approfittato per scoprire la zona di Monticello-Montevecchia, ieri abbiamo optato per l'ultima uscita libera nelle zone che ultimamente stiamo frequentando per le gare di cross. Il cielo è limpido soprattutto verso le montagne, ma l'aria è fredda e taglia le ossa. Partiamo infreddoliti, con le gambe che si muovono quasi al rallentatore. Le colline iniziano subito buttandoci in salita. Visto che sono ventiquattro i chilometri previsti, lascio che a fare l'andatura sia Iacopo, tornato finalmente nel week-end. Chiara è in coda poco più dietro. Si sale subito abbandonando presto le viette di Robbiano verso il Laghetto di Giussano dove solo la settimana scorsa eravamo passati sui sentieri del cross. Bello rivedere e riconoscere gli stessi luoghi e rivivere in pochi passi le emozioni di una gara appena passata. Il sole è caldo, ma la divisa pesante è ancora necessaria vista l'ora del mattino. Passiamo da asfalto a sentieri a campi variando tra salite e discese, ma mai un attmo di tregua in piano. Sfiorando appena le case di Romano Brianza siamo immersi completamente nel verde delle colline, tra campi e boschetti. Non c'è in giro nessuno se non il gran gruppone di runners che ci precede. Ne superiamo tanti, costanti nel nostro passo. Chiacchiero con Iacopo e i chilometri passano, fino al discesone di Fornacetta verso Capriano. Finalmente una discesa rilassante che però ci porta un po' troppo in basso. Passiamo il Lambro in una cornice quasi da cartolina, tra un viale di alberi dormienti e un piccolo ponticello di campagna, e poi risaliamo verso Briosco. Una lunga salita di asfalto che lascia il segno. Mi spoglio di cappello, fascia per la gola e guanti che sistemo alla bellemeglio in grembo. In cima passiamo per le vie che portano al campo del cross di Briosco di due settimane fa. Memorie. Riscendiamo nelle campagne passando sotto il ponte della Valassina per risalire subito il lato opposto della collina. Siamo a metà gara tra il 12 e il 13 Km. Iacopo soffre leggermente e rallenta il passo. Rimango solo per tutta la seconda parte di corsa. Svoltiamo su un sentiero in un piccolo boschetto pieno di piccoli dossi che slalomano tra gli alberi completamente spogli. Strano, ma afascinante. Il sole scalda il terreno ricoperto di foglie gialle e marroni rendendo l'ambiente fabiesco. Aumenta anche il caldo, soprattutto nelle zone al riparo dall'arria che arriva da nord. Ma appena lasciato lo sterrato e ritrovato l'asfalto le sensazioni cambiano. Verso il 15 Km vado leggermente in crisi con la strada che continua imperterrita a salire. Un attacco di fame improvviso e il rimpianto di aver dimenticato il gel nella tasca del giubbotto lasciato in macchina. Dura per qualche minuto ma poi passa. Saliamo verso il Colle Frejus mentre l'aria gelida che soffia laterale non mi fa rimpiangere una tenuta di corsa più leggera. Ritorna lo sterrato, sentieri e terra che salgono e ridiscendono e salgono e ridiscendono e risalgono. Le gambe cominciano a diventare pesanti e ho qualche piccolo fastidio ai flessori, lontani ricordi dell'ultima maratona. Lasciamo Briosco alle spalle scendendo verso Agliate. Il dislivello non cenna a diminuire. All'ultimo ristoro la sorpresa che non t'aspetti: niente acqua naturale. L'unica cosa che non dovrebbe mai mancare ad una corsa è l'acqua naturale. E questa è una grande pecca. Mancano ancora circa 6 Km all'arrivo e pane con la marmellata, the caldo, brodo, bisciola, acqua gasata possono anche non esserci. Ma l'acqua naturale... Mi abbevero con quel che c'è, deluso dalla pecca organizzativa. Dopo qualche chilometro non appena inizia la discesa mi si slaccia una scarpa. Spero che sia l'usura delle stesse e la conformazione che hanno preso la causa, perchè ultimamente sta succedendo troppo spesso e in gara non vorrei rischiare di perdere ritmo e secondi per una cosa del genere. La discesa è lunga e continua. Passiamo di fianco a bellissime ville immerse nell'ombra di alberi secolari. Un piccolo scoiattolo attraversa di corsa il giardino al di là del cancello e poi sparisce dietro ad un tronco. Arriviamo in paese e ancora scendiamo. Va bene scendere, ma so che da lì poi dovremo risalire. Arriviati nuovamente sul Lambro in corrispondenza di Verano svoltiamo a destra risalendo il corso del fiume quando mancano quattro chilometri all'arrivo. L'aria non si sente più, riparati dalla valle, ma dopo un chilometro appare l'ultima salita, quasi una penitenza con tutti i chilometri che abbiamo nelle gambe. Testa bassa, passo breve e candenza e risalgo il sentiero fino in cima passando tra le viette del paese. A poco più di due chilometri dell'arrivo superando un piccolo gruppetto un signore mi si affianca e non mi lascia proseguire solo. Lo guardo sorridendo e lascio che sia lui a fare il passo nel momento in cui prova ad allungare. Aumentiamo leggermente il ritmo sempre appaiati, ma senza dirci una parola. Faccio fatica soprattutto per la strada che, nonostante slalomi tra le viette di Vedano e Robbiano, è un continuo susseguirsi di piccoli falsipiani in salita e in discesa che spezzano ritmo e gambe. A poco più di cinquecento metri il mio avversario improvvisato cede e rimango nuovamente solo. Sorrido vincitore della piccola sfida. Quando il gps segna il 24 Km ad un centinaio di metri dal ritrovo rallento e mi fermo dopo 1h 51' 44". Fa caldo e fa freddo allo stesso tempo. Come salita e discesa. Come asfalto e sentieri. Robbiano, lo in e lo yang della Brianza.