In campagna
Credo che oggi sia stata una delle ultime volte in cui ho potuto approfittare della luce e della pausa pranzo. Sta arrivando il momento dell'inverno freddo e buio. Visto che in questo week-end sarò a Firenze per accompagnare Chiara alla sua Maratona oggi ho (anzi avrei) voluto stare fuori un po' più del solito. Sarà la prima olta che vivo una maratona da spettatore. So già che sarà dura, ma ne approfitterò per dedicarmi alla fotografia (magari salta fuori qualcosa di buono per il sito) e al tifo. Per chi ci sarà ci si vede al villaggio o lungo le vie di Firenze. Per cambiare un po' e approfittando del caldo e dovendo arrivare fino a Melzo, ho voluto allungare il solito percorso di qualche chilometro, per arrivare almeno a 60'.
Come ogni volta che vado dai miei sulla schiena ho caricato il mio fido zainetto con il cambio post-allenamento. Oggi 1,5 Kg. Non moltissimo, ma sembre zavorra in più da spostare. E mi sono anche subito accorto che non sono molto più abituato a correre con le spalle coperte. Mi sono dovuto sforzare un po' per non assumere una postura sbagliata. Ma la cosa che più mi ha sorpreso è stata la fatica. Fatica nelle gambe, nei movimenti, nel fisico, nel fiato. Oggi mi sono sentito veramente cotto. Prima di trarre conclusioni sbagliate ho voluto fare qualche chilometro e rompere il fiato, ma anche arrivato sull'alzaia del Naviglio Martesana le cose non sono per nulla andate meglio. Non sono riuscito a mantenere un ritmo inferiore ai 4' 30" al chilometro. Nessun problema visto che volevo sono fare un po' di chilometri con calma, ma la cosa mi ha sorpreso parecchio. Sono stato da subito indeciso su che giro fare, ma una volta arrivato al quarto chilometro invece di proseguire sulla ciclabile verso Inzago ho svoltato a destra lungo i campi. Il passaggio da asflato a sterrato non è certo stato indolore. Il passo è diventato subito pesante. Speravo di ricordarmi la strada fatta l'ultima volta due anni fa durante una tapasciata, ma dopo due curve mi sono accorto di aver sbagliato i sentieri. Invece di ritornare indietro ho proseguito imperterrito e la strada sterrata ben presto si è trasformata in sentiero fangoso e poi in campo. Ho preoseguito naturalmente, abbasando di molto il ritmo, seguendo il perimetro dei campi, lungo i fossi pieni d'acqua, potendoli attraversare solo in sporadici punti in corrispondenza delle chiuse. Peccato che non avevo fatto i conti col terreno dei campi appena arato. In alcuni tratti il piede sprofondava dentro la terra smossa e molle. Nulla di preoccupante, se non la fatica fatta per uscirne. Due o tre chilometri in quella condizioni sono stati come cinque o sei di sterrato duro. Quando sono riuscito a riorientarmi mi sono ritrovato dove volevo, appena dietro la zona residenziale di Inzago. Qui ho preso finalmente la ciclabile che porta al Villaggio e la strada verso Pozzuolo. Le gambe già affaticate di loro hanno risentito dei nuovi esperimenti e negli occhi e nella mente non immaginavo altro che il cancello di casa dei miei con scritto Finish a caratteri cubitali. Per lo meno ho potuto godermi il sole e il caldo. E di positivo c'è stato anche il completo non-dolore dei muscoli del polpaccio sinistro. Anzi a dir la verità qualche fastidio l'ho avuto all'altra gamba all'altezza del tendine, ma quello solo dovuto all'estremo sforzo dell'allenamento. Mentre vedevo i chilometri e i minuti scorrere ho solo pensato a fare andare le gambe, anche se piano, ed a godermi il paesaggio che tra nuove tangenziali e bretelle è ormai stato devastato da quella che dovrebbe essere la civiltà. Là dove c'era l'erba ora c'è... Alla fine ho fatto qualche chilometro in meno rispetto a quanto mi prospettavo alla partenza, solo 13 Km. Ma credo che se anche il tempo è stato molto alto, 1h 04' 32", l'allenamento sia stato più che buono. I muscoli delle gambe mi fanno ancora male ma ci saranno un po' di giorni per farli riprendere. Ora è arrivato il momento di godersi Firenze.