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6.30

Sveglia all’alba questa mattina. Silenzio e quindici gradi alla partenza. Il tutto per capire come sta la gamba dopo quasi una settimana di stop. E sembra che la risposta sia ancora una volta negativa. Era da tanto che non mi alzavo a correre prima ancora che la giornata iniziasse. Più di un anno credo. E mi è piaciuto, a parte la fatica d’alzarsi. La temperatura era ideale, fresco e luce soffusa. Il buio nel giro di qualche minuto è diventato subito mattino. In giro pochissima gente, sia chi era già in piedi per correre, sia chi stava già andando al lavoro. Sull’alzaia ho incrociato e superato qualche atleta, ma tutti di una certa età. Solo qualche ciclista bardato sulla strada dell’ufficio abbassava la media degli altri. Nell’aria fresca solo profumo di pane e di brioches. Nessuna lunga coda di macchine, nessun rumore.

Io ho corso bene, parlando in generale. Sono partito sicuramente troppo forte, ma oltre a testare la gamba volevo testare anche me, ad una temperatura che fosse finalmente accettabile. Le gambe hanno girato fino ad esaurimento, il fiato ha tenuto. Correre al mattino a digiuno è diverso che correre la sera, ma sono andato bene dopotutto, 10 Km in 39’ 10”. Vuol dire ritornare in breve tempo a buoni livelli stando bene. E qui sta il problema. Questo maledetto fastidio che non se ne vuole andare. La zona è la posteriore esterna sotto al polpaccio. Da lì poi si dirama in varie direzioni. E come sempre non è un male, come non è un dolore persistente come può essere quello di una contrattura. Ma c’è e rimane, da fermo, in piedi, seduto, di corsa. Un’infiammazione? Può essere, ma ormai è un mese che non molla. Questo week-end avrei dovuto avere la seconda tappa della Rewoolution Raid a Torbole, sul Lago di Garda, ma viste le condizioni dovrò saltarla. La prossima settimana invece sarà il turno della Fisherman’s Friend Strongman Run a Rovereto. Speriamo di non dover rinunciare anche a quella.