Marcia per la vita (Medolago)
Questo week-end è così, all'insegna dell'influenza che ha condizionato sia la corsa di ieri che quella di oggi. Che non sarebbe stata una giornata memorabile l'ho scoperto non appena ho guardato fuori dalla finestra e la mattina è inziata con un bel acquazzone. La voglia di ritornare sotto le coperte è stata brutta da combattere, ma poi mi sono fatto forza e sono partito per Medolago. I scarifici di oggi saranno poi il premio tra un mese e mezzo. Al ritrovo mi incontro con Iacopo, Zio, Simone, Filippo. C'è anche Walter che non vedevo davvero da molto tempo. Il su è giù sulla sponda sinistra dell'Adda prevede solo 21 Km, quindi propendo per aggiungere anche un giro finale sul più breve percorso da 7 Km. La tabella dà un allenamento di una trentina di chilometri in 2h 45' a ritmi lenti, quindi un 28 Km tra salite e discese può andare più che bene. Soprattutto perchè nelle gambe è ben presente e si fa sentire la corsa di cross di ieri.
Per non parlare del raffreddore. Infatti appena partito un dolore costante si abbatte sul fegato. Una sensazione strana, come di una fitta intercostale costante. Penso che scaldandomi mi passerà così vado abbastanza tranquillo, non senza lamentarmi. Fortunatamente il passo è tranquillo e faccio i primi chilometri in compagnia di Zio e Simone. Ne passano uno, due, quattro, otto ma la situazione non migliora. Faccio davvero fatica a tenere un ritmo appena più veloce di un lento. Solo con Simone, lascio che sia lui a fare il passo ma in certi punti faccio davvero fatica, soprattutto nei tratti di discese ripide dove le gambe girano più forti. Non riesco nemmeno a godermi il paesaggio indeciso ancora se rimanere inverno o passare alla primavera. Fa uno strano effetto vedere mazzetti di fiori appena sbocciati attorno ad alberi spogli ed a foglie cadute. I cigni nuotano sul fiume, ma sembrano solo riposare, quasi in letargo. provo a fare lunghi respiri per migliorare la situazione e piano piano, anche diminuendo un po' la velcità, la situazione migliora. La strada la conosco a memoria, come conosco a memoria dove mi trovo. Mi sembra che la strada passi sotto i piedi velocemente. Il tempo non mi interessa minimamente, ma solo mettere nelle gambe un po' di chilometri. Oggi poi ho scoperto, chiedendo a chi ne sa più di me, quale potesse essere la causa del problema ed a quanto pare potrebbe essere dovuto alla pressione sanguigna addominale dovuto alla cattiva respirazione. Non sto qui ad andare nel dettaglio, ma ancora non mi è passato del tutto. Sempre insieme a Simone finiamo il primo giro in circa 1h 41', ma poi io riparto subito. Le gambe risentomo molto della stanchezza di questi giorni ed anche la lunga discesa verso l'Adda si fa sentire. Sui sentieri non ritrovo più nessuno. Da solo, immerso nel bosco che ricopre la sponda seguo i segnali lungo i sentieri fino ad arrivare dopo circa 4 Km al salitone che mi riporta a livello delle case. Un chilometro, o forse anche di più, ad una pendenza almeno del 14%, tutto curve, tra asfalto, sterrato e tratti di cemento. Un vero supplizio. Trotterello sentendo dolori che fuoriescono un po' ovunque. In cima mi ritrovo poi sull'ultimo tratto di percorso già fatto in precedenza e mi trascino all'arrivo accompagnato nell'ultimo tratto da Antonio, reduce ancora dai suoi ventuno. Non vedo l'ora di fermarmi. Il cronometro segna 2h 19' 17", ma mi sento come se mi fosse passato sopra un camion. Un po' di stretching ai polpacci ed ai quadricipiti che fanno i capricci da ieri e poi è ora di una bella doccia calda. Si, forse avrei bisogno di recuperare un po' di forze.