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Guarda come corre!

"Guarda come corre, papà!" Un indice alzato che mi indica mentre gli passo di fianco e gli sorrido. Lui sulla sua mountain-bike mignon, io nel mio completo leggero della mia prima maratona, quella di Milano. La semplicità e la freschezza di un bambino sono ineguagliabili. Mi ha anche dato la giusta carica per non mollare. Un po' mi ha anche commosso. Oggi avevo deciso di andare dall'altra parte del Naviglio, verso Gorgonzola, dove i chilometri non sono segnati e dove posso correre liberamente, senza riferimenti, senza tentazioni. Tre giorni senza corsa cominciavano anche ad essere pesanti e avevo anche bisogno di scaricare la tensione di questi giorni pre-natalizi.

La piccola pausa mi ha anche aiutato a recuperare un po' le fatiche delle ultime settimane. Giornata di sole, ma quasi al tramonto, 1°C all'ombra, poco più di 7°C al sole. Sono partito e le gambe hanno fatto tutto da sole. Avevo la scarpa sinistra un po' troppo stretta ma non mi sono fermato per sistemarla, ormai ero in balìa della voglia di andare. Mi sono subito accorto di avere un buon passo ma non ho voluto forzatamente guardare la velocità per non condizionarmi. Nelle ultime uscite sui 12 Km il tempo è sempre stato superiore ai 50' data la pesantezza delle gambe post maratona, e mi sarebbe bastato andare solo un po' meglio. Mentre passavo sull'alzaia che costeggia, dalla parte opposta del Naviglio, la Padana Superiore guardavo tutte quelle macchine ferme in coda per arrivare al centro commerciale lì vicino. Mi guardavano come si guarda un alieno, mentre io sorridevo e sudavo libero con le mie scarpe consumate da tanti chilometri. Ogni tanto concentrandomi sulla corsa mi accorgevo di stare bene, di avere un bel passo, di essere affaticato, ma anche tanto fiducioso. Insieme al sudore ho buttato fuori quasi subito anche la desolazione di questi ultimi giorni, la rabbia, la delusione per le cose che non girano. Mi sono alleggerito di tutto quello che non è andato e poi ho corso come il vento. Qualche breve sali-scendi ha provato a tagliarmi le gambe ma mi sono subito ripreso. Ho ripercorso i tratti dell'ultima corsa col GPA Mulino Vecchio, ripensando a quest'annata e immaginando cosa mi aspetta il prossimo anno, in tutto; ho superato gruppi di ragazzini che vagabondano per il paese aspettando che sia già dopodomani; mi sono goduti gli stralci del vecchio paese, il ponte in legno e la tranquillità di una città quasi vuota e particolarmente silenziosa. Al giro di boa ho sbirciato il cronometro ed a sorpresa ho letto 22' 26". Ho strabuzzato gli occhi e scosso la testa mentre sono ritornato sui miei passi verso casa. Lì c'è stato lìincontro che ha cambiato la mia giornata, quel bambino che mi ha visto come si guarda un cartone animato. Mi ha fatto felice e questo per oggi mi basta. Ma le sorprese non erano ancora finite. Ho preso fiducia da quese piccole cose ed ho cercato di non diminuire l'andatura, anche se le gambe hanno cominciato a ricordarmi che una ventina di giorni fa di fatica ne ho già fatta abbastanza. Sguardo fisso in avanti e tutti i punti di firerimento che avevo sono passati e rimasti indietro fino al ponte di Bellinzago, ai 10 Km, dove se mi fossi fermato avrei fatto il pmio nuovo personale. Altra dose di adrenalina e, tra le macchine in coda, sono sgattaiolato verso casa contando i metri prima della fine. Un ultimo strappetto nei cinquecento metri finali in leggera salita e poi mi sono potuto godere il mio nuovo personale sugli 11 Km, 44' 07", un abisso dal precedente. Ma è quasi Natale ed ho voluto farmi un regalo, tutto per me e per la mia amica corsa. Già... guarda come corre!