Straosio (Osio Sotto)
Se avessi dovuto pensare a come correre una gara l'avrei corsa come oggi. Peccato che la preparazione della Maratona di Reggio Emiliaabbia messo in secondo piano le prestazioni cronometriche per le gare domenicali amatoriali, perchè ci saremmo divertiti un mondo se avessi pensato solo a quelle. Ora che i carichi della preparazione si stanno smaltendo la sfida domenicale con Filippo sta tornando ad essere equilibrata ed oggi è stato l'epilogo di tutto questa stagione. Alla partenza fa freddo ed opto per la prima volta per i pantaloni lunghi anche se leggeri, i guanti e il cappello. Il cielo è limpido, ma i 2°C sono un po' troppo pochi per rischiare.
Partiamo subito con un buon ritmo tutti insieme, io, Filippo, Pier, Simone e c'è anche Pietro dopo tanto tempo. Sfilata per le vie del centro di Osio, zona industriale e poi si svolta in campagna. Mi sono accorto in queste domeniche che lo sterrato lo soffro un po' più dell'asfalto, forse perchè sto troppo attento a cercare di non farmi male. Mi piazzo davanti per impostare il ritmo e dopo i primi chilometri rimaniamo in tre. Filippo ogni tanto mi affianca, ma sono più le volte che ci dobbiamo rimettere in fila indiana per sorpassare i gruppi più lenti che quelle in cui possiamo correre insieme. Passati sotto il ponte dell'autostrada i sentieri si allargano, i percorsi si dividono e le fila si diradano. Pensavo di correre i venti chilometri questa mattina, ma al primo cartello scopro invece che saranno 21,5 Km, dato che il nostro gruppo non farà poi il giro di pista finale per motivi logistici per la rilevazione dei tempi. Scendiamo verso il Brembo mentre il sole diventa alto e comincia un po' a scaldarci. L'andamento è stato abbastanza costante intorno ai 4' 10" al chilometro con qualche rallentamento dovuto ai sentieri sconnessi ed alla fatica nel superare. Intorno al 12 Km Pier e Filippo aumentano leggermente il passo. Io preferisco rimanere sul mio ritmo e li lascio andare. Li controllo a vista, ma piano piano si allontanno sempre di più. Entro ancheun po' in crisi proprio in corrispondenza del giro di boa. Decido di fermarmi al ristoro prima della risalita dall'argine e poi riparto. Lo svantaggio è di 300 m circa. Gel e acqua hanno il potere di darmi una sferzata di energia e dopo qualche minuto decido di provare ad aumentare il passo. Le gambe reggono e il fiato c'è. Mi ricordo perfettamente il tratto finale fino all'arrivo anche se non corro la Straosio da due anni. Vedo che rosicchio terreno poco alla volta ed acquisto fiducia. Ogni tanto Filippo si gira a controllare ma sono ancora a distanza di sicurezza. Al diciassettesimo però i metri di distacco sono dimezzatie quando torniamo sull'asfalto riesco a spingere meglio. Tra il diciotteesimo e il diciannovesimo prendo fiducia. Poco prima che riesca ad accodarmi al duo di testa Filippo prova a sua volta a rispondere mentre Pier cede. In un centinaio di metri lo riprendo, lo supero e lo lascio alle spalle. Guardo solo avanti. L'ultima parte è totalmente sull'asfalto, con l'unica incognita del cavalcavia dell'autostrada a spezzare il ritmo. Non so che ritmo sto tenendo, ma credo di essere sotto i 4' al chilometro. La distanza intanto si riduce. Ad ogni passo vedo la maglia azzurra di Filippo sempre più vicina e lui che si gira sempre più frequentemente a controllare il distacco. Siamo al limite entrambe. Cerco di non strafare e di non strappare ma non so dove provare l'attacco decisivo, soprattutto perchè avvicinandoci all'arrivo la quantità di gente proveniente dagli altri percorsi lungo la strada è aumentata e ci sono anche molte macchine che si muovono lungo la via. Il minuto di distacco si riduce presto a qualche decina di secondi, ma servirebbe forse ancora un po' di strada per completare la rimonta. Ci fermiamo quasi insieme davanti al gazebo sociale in 1h 29' 40", con soli 8" di distacco. Gran bella corsa, tanta fatica. Chissà se ci fosse stato anche il giro di pista come sarebbe finita. Di sicuro sempre e comunque con un sorriso.