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Correre è da pazzi

Niente è come correre. E niente è come riscoprire il mondo come correndo. Strade percorse tante volte che si trasformano in sentieri inesplorati. Non importa da quanto tempo non lo si faccia, basta davvero poco per rendersi conto di cosa si nasconda dietro il sipario calato dopo un infortunio, un’improvvisa influenza, una semplice pausa. Bisogna solo avere il coraggio di tuffarsi.

Questa volta è stata una concatenazioni di eventi a portarmi sempre più in là nell’attesa della fine dell'ultimo improvviso stop. Una pausa che pensavo solo di qualche giorno che invece è durata settimane. Ma il tempo è volato, pesando meno del previsto. E' bastato solo qualche chilometro per riportarmi in un istante a dove ero rimasto. Un mondo colorato, fatto di vento e plastilina. 

Correre ha tutto un altro sapore. L’aria fredda delle mattine d’inverno è un richiamo irresistibile per chi ama sfidarla. Gelo che penetra nelle ossa. Nuvole di fumo che sbuffano tra i denti digrignati. Occhi che lacrimano. E mani gelide che si stringono tra i guanti come a cercare il caldo rifugio di un focolare. Per chiunque sarebbe impossibile resistere al richiamo di un letto caldo, di un piumone profumato che accarezza la pelle in soffice abbraccio. Ma appena fatto il primo passo ogni fugace tentazione è solo un ricordo. Questo è quello che fa la differenza con chi non ha mai provato l’ebrezza di una corsa tra i campi brinati. L’emozione di vivere il mondo in un modo diverso. Prospettive che si intrecciano. Come per Alice quando attraversa lo specchio. 

Correre trasforma la difficoltà in un’opportunità. Quella di (ri)scoprire profumi e luci che non si possono conoscere in nessun’altra prospettiva. Come l’immagine ritagliata dall’occhio sensibile di un fotografo, che sa estrapolare il bello da un mondo che appare piatto e normale. Così la corsa colora la strada, trasformando le gocce di rugiada in piccole lenti che filtrano luce e suoni, accendendo il cielo di azzurro o un canale in uno specchio magico. Il sole è il pastello fluorescente che disegna a terra ombre in movimento, raccontando a suo modo il solo correre come un film muto degli anni venti. 

Correre ti mette in pace col mondo. (Ri)scoprire quell’attimo di confronto con sé stessi è la sospensione che serve a trovare un soluzione a tutti i problemi. Pensare, scandendo il tempo solo con i propri passi. E osare. Guardare attraverso lo spazio-tempo, rivedendosi riflesso sulla stessa strada, provando a raggiungere un traguardo ogni volta sempre più lontano. 

Correre è ciò che ci fa stare bene. Con noi stessi. Con gli altri. Con il mondo. Correre è come entrare in un tunnel ovattato, dove i problemi si trasformano in opportunità, dove i secondi si trasformano prima in ore per ritornare poi attimi, dove le stagioni non hanno tempo, dove la pioggia è un esperienza extrasensoriale. Correre è un modo diverso di stare insieme, a volte solo per trovare compagnia, a volte per condividere la fatica, a volte per sentirsi il numero uno. Correre è un rifugio, un posto sicuro in cui fermare per un attimo il mondo che gira, dove guardare la propria verità con gli occhi degli altri, dove scoprire strade di cui non si era mai sentito parlare. Correre è una cosa da pazzi.