Abu Dhabi: sognando la maratona
Non ho corso moltissimo in questi giorni. Un po’ per l'ennesimo nuovo-inizio che stenta a decollare per mancanza di costanza, un po’ per l’accavallamento a tutte le ore tra i vari impegni in preparazione della Abu Dhabi Marathon. Ma con l’avvicinamento logistico di domani alla Corniche mi riprometto di sfruttare al meglio ogni occasione. Ogni giorno.
La Corniche è il lungomare di Abu Dhabi. Spesso desolata, se non nelle serate del week-end. Ma questa mattina, passando in bici per l’aggiustamento della misurazione del percorso della maratona appena dopo l'alba, ho incontrato il popolo che ama tenersi in forma. In realtà, nelle notti scorse in cui abbiamo provato e misurato il percorso, ho scoperto con mia somma sorpresa che già dalle quattro del mattino Abu Dhabi inizia a popolarsi degli amanti del running (o forse dovrei dire jogging) e di gruppi di turisti (soprattuto dell’Asia) che non vogliono farsi sfuggire il fresco, pedalando incolonnati sulle piste ciclabili che affiancano tutte le strade più caratteristiche della città. Scelte difficili da capire per molti. Ma ben giustificate una volta che si è provato il caldo del mattino non appena il sole si è alzato sopra ai grattacieli. Nelle giornate assolate come quella di oggi, ritrovarsi all’aria aperta per tutto il giorno senza potersi riparare al fresco di negozi, alberghi o uffici è veramente dura.
Da domani poi saremo più vicini al mare. Cambio logistico di hotel in zona partenza/arrivo della maratona, a due passi dalle ciclabili che accompagnano le spiagge di Abu Dhabi. Non lo prometto, perchè ancora non so cosa mi aspetterà nei prossimi giorni in termini di tempi e impegni lavorativi, ma vorrei riuscire a correre tutte le mattine, facendomi cullare dall’aria fresca dell’alba. Allungare prima ad otto, poi a dieci chilometri, le uscite. E scattare qualche foto prima del ritorno verso casa. Anche perché so che, una volta rientrato a Milano, le uscite in canotta e pantaloncini mi mancheranno non poco.
Oggi, ritornando per l'ennesima volta lungo il percorso della maratona, pensavo a quanta voglia avrei di correrla anche io. E’ passato un anno dall’ultima volta, nonostante la forma latente non mi abbia permesso di correrla al meglio. Mi sono immaginato teso sulla linea di partenza, con i muscoli gonfi di endocrini e carichi di zuccheri. I primi chilometri passeggiando e chiacchierando, per ritrovarsi poi catapultati al trentesimo chilometro dentro al vortice di fatica e forza mentale. Mi manca tutto. Dagli allenamenti sudati e sofferti per allungare la distanza (ho paura a pensare quanto ci metterò a riprendere confidenza con i chilometri) a quelli dedicati a potenza e velocità (non riesco neanche ad immaginare quando e se mai riuscirò a ritrovare i ritmi di una volta). E poi quel momento in cui il tempo si ferma per un istante prima di tagliare il traguardo.
Ho guardato e riguardato la passerella finale dei quarantadue chilometri oggi. Quei centonovantacinque metri in cui ci si sente per un attimo i padroni del mondo. Saranno tanti i fortunati che valicheranno quella linea e potranno raccontare una nuova, unica e irripetibile avventura. Quello che mi consola è sapere che ognuna delle loro storie, in fondo, avrò contribuito a scriverla anche io.
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