Fartlek 20x200 veloci + 200 lenti
Da qualche parte dovevo ricominciare e il dopo vacanze mi ha dato quella spinta in più per farlo. Non che mi mancasse la motivazione, ma probabilmente mi serviva un periodo di pausa, mentale e fisica, per riprendere in mano la mia corsa. Così oggi ho provato a spingere un po’ con un semplice fartlek lungo il Naviglio.
Sicuramente anche respirare un po’ di aria di running mi ha fatto bene. Domenica a Parma mi sono sentito a casa, circondato da amici con la stessa passione e la stessa voglia di fare e stare bene. Correre con Chiara è stata forse quella ciliegina sulla torta che ha reso tutto ancora più fiabesco. E anche senza ricorrere il cronometro, il tutto ha fatto rinascere quella voglia di macinare chilometri, di calpestare l’asfalto, di sudare fatica che in queste ultime settimane era mancato. Anche il caldo che poco a poco sta scemando ha dato il suo aiuto. E questa mattina mi sono deciso.
Ho scelto un paio di scarpe che potessero dare un minimo di aiuto nella fase di spinta, giusto per non rimanere inchiodato dopo le prime serie. La scelta è caduta sulle Nike Zoom Fly che da tempo non indossavo. Una scarpa con la quale comunque non riesco ancora a trovare un feeling. Non tanto per la corsa (il loro dovere lo fanno eccome) ma più per la calzata, che mi causa sempre qualche piccola vescica. Evidentemente non sono fatte per i miei piedi (oltretutto non le posso nemmeno utilizzare con il mio plantare). Ma in corsa l’aiuto che ricercavo c’è stato fin dai primi passi.
Con un allenamento di semi-qualità dopo così tante settimane di sola leggera corsetta, non ho ricercato nessun tipo di performance né tanto meno di risultato. Ho solo provato a ricostruire quel feeling perso con i lavori del mercoledì, creando le basi per qualcosa di più impegnativo per le prossime settimane. Le sensazioni sono state quelle che mi immaginavo. Fatica. Soprattutto nelle gambe. Nei quadricipiti, che nella seconda parte di allenamento, ritornando verso casa, hanno iniziato ad appesantirsi ed a farsi sentire. Fortunatamente sono stato lungimirante e durante le prime dieci serie ho cercato di risparmiare un po’ di energia in vista del finale.
Mi fa strano pensare di essere arrivato a casa quasi stremato per un allenamento che solo un anno fa avrei fatto quasi come scarico. Ma so anche che se le cose andranno come dovrebbero, tra qualche mese sarò qui a ripensarci ed a riderci sopra. Il segreto sarà solo correre con costanza, cercando di non ricadere negli ennesimi acciacchi e negli ennesimi malanni. Ma non tutto dipende dalla mia volontà. Per vincere, a volte (o sempre), ci vuole anche un po’ di fortuna.
Un po’ di tecnica: cos’è e come fare un Fartlek
Visto che ne parlo (e l'ho corso), provo anche a spiegare un po’ di tecnica per chi è alle prime armi. Il fartlek è nato in Svezia. Tratti di allenamento da correre tra i sali-scendi dei boschi a sensazione, alternando ritmi veloci e ritmi lenti, a piacimento. E' chiaro che un tipo di allenamento del genere è totalmente anarchico, ma analizzandolo attentamente non è altro che un modo diverso di leggere le ripetute. Il dosaggio delle forze è soggettivo, come anche la tipologia di terreno che si può incontrare e la distanza stessa di ogni serie. Ma può essere un buon inizio per chi vuole provare a variare i propri ritmi. Decidere di correre dieci chilometri in città, aumentando o diminuendo la propria velocità scegliendo dei riferimenti a caso, un lampione, un cartello, un albero. Un modo semplice per chi inizia a correre per imparare ad autogestirsi ed a riconoscere le sensazioni date dal proprio corpo.
Per chi invece, come me, è meno anarchico, si possono anche sfruttare riferimenti più precisi per un lavoro ripetibile e confrontabile nel tempo. La pista può essere un buon campo di prova, dove correre (seguendo il mio allenamento odierno) metà tracciato piano e metà tracciato veloce. Ma niente vieta di cambiare le distanze sia nella parte più veloce che in quella più lenta (ad esempio, 300+100). Oppure si può sfruttare la tecnologia (come ho fatto io nel caso specifico con il mio Garmin Forerunner 645), impostando un allenamento personalizzato sul proprio sport-watch. L’importante è per una volta dimenticare i tempi e correre solo a sensazione.