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Un passo in avanti

Non sono morto. Anche se, dopo la full immersion nel week-end Milano Marathon, domenica sera sono crollato sul divano come svenuto. Due giorni che sono corsi veloci come i top-runners, che hanno provato (ma senza riuscirci) ad abbattere il muro italiano delle due ore e sette minuti. Due giorni che hanno lasciato strascichi di stanchezza, come dopo aver corso al massimo delle proprie forze tutti i quarantadue chilometri di gara.

Due giorni da incorniciare, indimenticabili, come indimenticabili sono tutti i momenti passati dentro o fuori le transenne di una maratona. Una corsa magica, un evento che non può lasciare indifferente nessuno. Basta fermarsi un attimo e avere il coraggio di guardarla. Sacrificio, sportività, eleganza, emozioni, solidarietà, passione, sorrisi, pianti, successi, sconfitte, amore, dedizione, coraggio, collaborazione... potrei proseguire all’infinito, ma non basterebbero le parole per descrivere tutto quello che è passato attraverso quei lunghi, infiniti chilometri di asfalto. 

Ho appena riletto il racconto di quello che era successo lo scorso anno (qui l’articolo completo) e non posso non riconfermare tutto quanto avevo già scritto. Certo, correre ha tutto un altro sapore. Ma, come ho raccontato in un articolo che uscirà sulle pagine di Runnersworld.it nei prossimi giorni, stare dall’altra parte delle transenne, dietro le quinte, ti aiuta a vedere e vivere il tutto anche sotto un’altra prospettiva. E solo pochi fortunati lo possono scoprire. 

Di nuovo lungo la Martesana

Ieri e oggi mi sono poi dedicato al mio recupero. Inteso dal punto di vista sportivo. Sfruttando la bella giornata di ieri sono ritornato a correre dopo quasi tre mesi (l’ultima volta lo avevo fatto con Chiara il 15 gennaio scorso) lungo l’alzaia del Naviglio Martesana. La ciclabile ha dato tutta un’altra percezione al mio allenamento, che mi è sembrato più veloce e più leggero, nonostante sia andato decisamente più piano rispetto alle ultime uscite (4’ 40” la media) e abbia allungato fino ad 8 Km la distanza percorsa. Se da un lato sono contento di aver retto bene per quasi un chilometro e mezzo in più, sono rimasto un po’ deluso dal ritmo, anche se correndo a sensazione ho solo seguito quello che le gambe hanno voluto fare, senza forzare e senza andare oltre le mie reali possibilità attuali. 

Vedere domenica migliaia di runners riversarsi lungo le strade di Milano è stato sicuramente di stimolo. Avrei voluto esserci ancora una volta, per provare a strappare quel personal best ancora lontano o per affiancare Luca e Stella (sua figlia) insieme a Tommaso e al nostro fido Thule Glide. Mi è dispiaciuto non esserci alla prima ufficiale da stroller runners in una maratona italiana (anche di questo ho scritto in un altro articolo su Runnersworld.it nei prossimi giorni). Ma ci sarà tempo anche per quello. Adesso l’unico mio pensiero è ritornare ad esserci

Rinforzo e postura

E per farlo questa mattina sono andata trovare Daniele, Corro Ergo Sum Runner e personal trainer di Get Fit. Insieme abbiamo passato un’ora in cui mi ha spiegato e mostrato come migliorare la mia postura e ritornare ad essere consapevole del mio corpo. L’utilizzo degli addominali, la respirazione diaframmatica, la posizione di spalle, scapole, testa, zona lombare. Un prezioso aiuto, che mi ha fatto prendere coscienza, se ancora ne avessi avuto bisogno, di quanto sia importante lavorare per la corsa e non solo di corsa. Da domani affiancherò questi nuovi esercizi a quelli già programmati col prof. Massini. E non è ancora finita qua. Con Technogym ci sarà ancora tutto un altro mondo da scoprire...