Missaglia
Ormai uso la corsa per riflettere. Anche perchè non potrei fare altro. E correre in montagna o in collina, immersi nel verde, nel silenzio di un boschetto non ti da altra scelta. Bella e dura la corsa di Missaglia. Sono stato indeciso tra i 19 e i 24 Km fino all'ultimo, fino al bivio e poi ho scelto la strada più dura e più lunga. Oltretutto senza sapere a cosa andavo in contro e mai me lo sarei immaginato così. Siamo partiti in tre, io, Zio e Iacopo.
Altri del gruppo erano già per strada e subito alla partenza abbiamo trovato anche Cristian e Riccardo. Zio ha preso in mano le redini del gruppetto ed è partito di buon passo. Mi è subito sembrato un po' veloce, ma ho pensato che si fosse ripreso dal suo perodo di stanca. Gli sono rimasto dietro e Iacopo in coda a me. La giornata è stata calda e afosa, ma abbiamo visto di peggio. Comunque essere sulle colline brianzole da sempre un po' di freschezza in più. I passaggi migliori sono stati all'interno dei boschetti, all'ombra, dove almeno il sole non ti picchia in testa. Fino al bivio dei 14 e 19 Km anche la massiccia presenza di persone sul percorso ha reso la corsa più difficoltosa, dovendole superare su stratti di sentieri sconnessi. Poi sui percorsi più lunghi la situazione è migliorata. Mio Zio ad un certo punto ha mollato in corrispondenza dell'inizio delle salite un po' più dure, sfiancato dal ritmo troppo alto in partenza. Iacopo invece ha tenuto duro ed abbiamo retto insieme fino all'ultimo bivio, dove lui ha deciso per il percorso più corto ed io invece per il lungo. Anche fino a quel punto la corsa, soprattutto nell'ultimo tratto, è stata impegnativa, con delle salite lunghe e dure da lasciare senza gambe e fiato. Ma siamo andati avanti insieme, magari riducendo il ritmo, sognando ogni volta il ristoro successivo per un po' d'acqua rinfrescante. Ad un certo punto sono stato tentato anch'io di deviare per il percorso più corto, ma al bivio mi sono imposto di proseguire ancora per i successivi cinque chilometri. Qui mi sono ritrovato solo. E anche i sentieri sono cambiati. Mi sono inerpicato lungo una salita sul punto più alto della collina. Nessuno in giro. Silenzio e fresco del bosco. Ad ogni passo ho rallentato sempre più la corsa con l'innalzarsi della pendenza. In alcuni tratti era praticamente impossibile correre, altro che la Tre Campanili. E quando una salita è finita e pensavo di essere arrivato alla cima e di scollinare ce n'è stata subito dopo un'altra. E un'altra. E un'altra ancora. La mia testa è andata subito a pensare alle mie ultime settimane. Agli ultimi mesi. Quando pensi di essere arrivato al culmine della difficoltà, quando pensi che poi è tutta discesa, ecco il prossimo ostacolo. Ancora più duro. E allora ho stretto i denti, perchè è così che si fa. Piano piano la fine è arrivata ed è cominciata la discesa. Ma i chilometri non erano finiti. E soprattutto le salite, meno ripide, meno dure, ma ci sono state ancora. Ma anche la fine è arrivata. Ora non so a che punto della salita mi trovo nella mia vita, ma come ieri ce l'ho fatta salirò anche tutte le altre salite che mi aspettano. E' il destino del runner. Ho fermato il cronometro dopo 2h 13' 25", distrutto, completamente fradicio e interrato. Ci ho addirittura messo meno tempo ai 30 Km della Cortina-Dobbiaco Run, tanto per capire le difficoltà di questa corsa. Ma è anche vero che quando hai superato un certo limite hai sempre bisogno di nuovi stimoli per andare avanti. Avanti, sulla prossima salita.