Verso la fine
Tutte le cose belle prima o poi finiscono. Ma poi ricominciano. Ritornano. Ripartono. Rinascono. Di solito in modo migliore. O diverso. E' quasi ora di tirare le somme di quest'anno passato, ancora soli due giorni. Nel frattempo sono ritornato insieme a Simone lungo i percorsi che attraversano la Martesana. Lo abbiamo preso come un buon auspicio, per ripartire, ognuno per la sua strada, da dove ci siamo fermati.
Sicuramente correre in coppia fa bene. E' divertente, stimolante ed aiuta a non sentire eccessivamente la fatica. Ma le gambe poi si lamentano. Con l'aria che sta tornando frizzante, abbiamo ripetutto lo stesso giro fatto due giorni fa. Circumnavigazione di Gessate su quella che potrebbe essere definita una sorta di circonvallazione, sentieri di campagna a sfiorare cascine e boschetti fino alla zona industriale di Cambiago, attraversamento del centro, nuova ciclabile esterna per ritornare verso Gessate, piccolo tratto di Canale Villoresi, altra zona industriale e ultimo tratto in campagna lungo i viali aperti dai lavori della Teem. Farlo con la luce e farlo al buio è stato decisamente strano, con i piedi che hanno lasciato alla vista il compito di guardare la strada. Devo dire che il lavoro di propriocezione fatto senza l'aiuto del sole è stato enorme. Piedi che sentono davvero il terreno, assaggiandone la morbidezza, le buche, le sconnessioni, riuscendo a riconoscere le proprietà di ogni tipo di strada. Una sensazione invece quasi di piattezza con la luce, dovuta probabilmente alla ricerca dell'appoggio più sicuro e l'inevitabile scarto dei punti più sconnessi. Provare per credere.
Nonostante fossimo partiti con calma e che la media finale dell'allenamento sia stata di 4' 29" l'arrivo è stato, ancora una volta, quasi al limite. Sicuramente dovuto al fiato sprecato (agonisticamente) parlando. Il dislivello positivo della prima parte (è incredibile pensare che attraverso la Martesana si possano incontrare quaranta metri di dislivello), i sentieri decisamente irregolari ma soprattutto il ritmo incrementato nell'ultima parte ,hanno lasciato il sengo. Soprattutto in me. Anche se il cardio sta ritornando verso livelli più normali (144 la FC media questa volta), le gambe hanno fatto fatica. Ho avuto anche qualche piccolo fastidio (probabilmente un semplice indurimento) al polpaccio che negli ultimi mesi mi ha dato problemi. Ma tutto risolto nel giro di qualche minuto. Di positivo c'è che le gambe hanno voglia di macinare chilometri. Il problema è assecondarle senza rischiare di ricadere in qualche stupido problema.
Oggi, nonostante la voglia di uscire sia tanta, ho deciso di prendere il canonico giorno di riposo. Prevenire è meglio che curare. E per i prossimi giorni sono tentato di chiudere l'anno con un pettorale attaccato alla maglia. Mi manca. Ma sono anche tanto combattuto. Primo perchè so che non riuscirei a trattenermi e ad essere obiettivo ascoltando i segnali lanciati da gambe e testa durante la gara. E secondo perchè non vorrei rimanere deluso da una prestazione sicuramente inferiore alle mie aspettative. Ma, di contro, so che mi divertirei e potrei provare una competizione (l'americana) che ho sempre voluto correre. Dubbi amletici. Che probabilmente romperò solo domani. Con il nuovo anno ripartirà l'ennesima nuova avventura. Chi pensa che correre sia sempre uguale non sa quanto sia lungo il viaggio. Ad ogni passo si scopre sempre un mondo nuovo.