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Ripetute 4x1600 a 3' 40" rec. 2'

Poi arriva un mattino, in cui non sei nemmeno particolarmente sveglio o invogliato, ma sembra che il mondo giri in maniera tutta diversa. Basta poco per ritrovare la fiducia. Un giro di pista. Uno sguardo al cronometro. Un mattino in cui pensi che forse fermarsi qualche giorno non è stato sbagliato. Che dagli errori si riesca anche ad imparare. A volte.

E' come mi sento adesso. Euforico, ma col freno a mano tirato per non esultare fin troppo presto. Magari è stata solo fortuna. Un attimo di incoscienza. O il ritorno ad allenarsi dopo tanto tempo in pista a Gessate. Pista che rimarrà chiusa per qualche settimana a breve, visto il progetto di ristrutturazione prossimo-venturo. Non mi aspettavo nulla, forse un po' rassegnato dagli allenamenti degli ultimi giorni. Ed è stato probabilmente questa incoscienza a darmi la spinta in più per riuscire bene. Cosa che a pochi giorni dal Salomon Running Milano è tutto oro che cola.

Sono stato indeciso fino all'ultimo se provare ad entrare al Centro Sportivo di Gessate, visti i problemi dell'ultimo anno con la gestione della polisportiva, o svoltare direttamente in direzione Naviglio. Ma è stata troppo ghiotta l'occasione di correre in pista quattro giri a ripetuta per correre senza altri pensieri i 1600 metri. Per quattro volte. Ho comunque caricato l'allenamento personalizzato sul Garmin Forerunner 630 per sicurezza in caso di cancello chiuso, ma non ne ho avuto bisogno. Temperatura quasi ideale fin quando il sole non si è alzato troppo. Che la pista non venisse utilizzata da tanto tempo mi è stato chiaro fin da subito, con l'erba che si sta impossessando della prima corsia in più punti. Un po' fastidiosa, ma quando si corre per strada non sempre il percorso è ben pulito, per cui meglio avere qualche ostacolo qua e là.

Con le gambe ancora intorpidite dal sonno non sono stato sicuro di riuscire a trovare subito il giusto ritmo. Il prof. Massini lo aveva impostato a 3' 50", ma come sto facendo ultimamente ho preferito inserire la modalità a sensazione. Non ho calcolato preventivamente a quanto dovessi corere ogni giro di pista, ma ho suddiviso ogni ripetuta in due parte, i primi mille (segnalati dal lap del gps) e gli ultimi seicento (un giro e mezzo di pista). Ho approfittato del riscaldamento per calcolare a memoria a quanto corrispondessero i 3' 50" sui 600 m e poi sono partito. Le gambe mi sono sembrate subito imballate, qualche fastidio qua e là dei muscoli che si sono svegliati quasi di soprassalto, ma ai primi mille di intermedio la sorpresa è stata subito grande, 3' 39". Esattamente quello che avrei voluto leggere per ritrovare un po' di fiducia. E le gambe hanno continuato ad andare senza regole.

Milleseicento metri. Un Miglio. Forse non è un caso che Fulvio abbia inserito questa distanza in tabella questo momento. Tra poco meno di un mese gli avevo detto che avrei voluto provare la gara del Club del Miglio a Melzo. Meglio abituare testa e gambe. E anche se corsi molto meno veloce di quanto dovrò fare poi in gara, quattro giri restano comunque sempre quattro giri. Duri, lunghi, stremanti. I quattrocento metri di recupero sono passati in poco più dei due minuti canonici e mi sono subito ritrovato proiettato nella seconda sessione. Uguale, faticosa, estenuante. Ma con lo stesso, inaspettato risultato, 3' 39". E' stato forse questo secondo miglio a darmi la certezza di stare bene, di poterci provare. Anche perchè con ancora quattro chili e mezzo in più di quanti dovrò averne a fine novembre è più dura. Ma intanto la fatica è cresciuta.

La seconda parte di allenamento è stata di sofferenza. Per non deludermi. Ci ho provato, anche se avrei potuto rallentare e accontentarmi da quanto voluto dal prof. Massini. Ma non l'ho fatto. Le gambe hanno imparato il loro ritmo e l'hanno replicato. Analizzando i grafici in post-allenamento, mentre per le prime due ripetute la velocità è sempre stata costante, nelle finali sono andato leggermente in progressione negativa. Ma partendo anche un po' più forte. Lucidità che si è persa per strada e cardio che è aumentato di ripetute in ripetuta. Recupero sempre buono, ma sempre con qualche battito in più. E' a questo servono le ripetute. E dopo tanto tempo mi sono anche accorto di essere ritornato ai 180 di FC Max. Terza serie e ancora 3' 39".

Gli ultimi quattro giri sono stati pesanti. Ma comunque gli ultimi. Gambe ingolfate, stanche, ma partenza ancora troppo forte, senza controllo. Che alla fine poi si paga. Il passaggio a 3' 42" ai mille è stato il primo segnale, ma non ho avuto bisogno del cronometro per accorgermene. Ho spinto, correndo di duecento metri in duecento metri come se fossero gli ultimi della mia maratona, immaginando il traguardo dopo il gonfiabile del quarantaduesimo chilometro. E alla fine l'ho tagliato. 3' 43" e la certezza che lavorando, ascoltandosi, credendoci i risultati in qualche modo arriveranno. Prima o poi.