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Su e giù per Lignano

Alla fine ho anche scoperto che di Lignano ne esistono ben tre in una: Sabbiadoro, Pineta e Riviera. Tre modi diversi di vivere la stessa città. O meglio tre momenti per viverla. E non credevo che correre a Lignano sarebbe stato così facile e da un certo punto di vista anche divertente, con spazi pensati (o ricavati) per correre e andare in bici. Il passo successivo dovrebbe però essere quello di insegnare ad usarli.

Ennesima veloce tappa di questa estate improvvisata. Un lungo week-end in quel di Lignano che mi ha regalato piacevoli sorprese, prima di ritornare (presto) verso le montagne. Piccole scoperte che solo la corsa certe volte permette di fare. Ci ero stato più di una volta in passato ed avevo sempre creduto che Lignano fosse solo ed esclusivamente la zona di Sabbiadoro. Ma già dopo i primi passi di corsa mi sono dovuto ricredere. Pur avendoci passato altri week-end non mi ero mai allontanato troppo dal centro e non sapevo ci quale fosse la reale conformazione della città. E di quello che offrisse. Soprattutto dal punto di vista sportivo.

Mi ha lasciato basito scoprire che circa l'80% della strada litoranea è affiancata da una pista ciclabile e pedonale. Entrambe a due corsie. E che i pini marittimi la ricoprono quasi interamente permettendo di correre praticamente sempre all'ombra. Avrò anche avuto fortuna nel correre due giorni in cui la temperatura non ha mai superato i trenta gradi, ma le due uscite lignanesi sono state forse tra le più rilassanti delle ultime settimane. Conoscendone bene pregi e difetti sarebbe anche abbastanza semplice scegliere i tratti in cui approfittare dei lunghi rettilinei asfaltati e delle zone più tranquille anche per lavori di velocità. Una vera manna per chi si trova in vacanza in città.

Di negativo ho subito però intuito che il mondo andrebbe istruito su come debbano essere utilizzate le piste ciclabili e pedonali. In realtà basterebbe leggere i simboli e i cartelli che accompagnano la strada. E magari andrebbe fatto con qualche ora di educazione civica quando i bambini si trovano ancora alle scuole elementari. Il caos ha regnato sovrano per tutta la lunghezza delle piste, con pedoni incuranti delle corsie dedicate alle bici e ciclisti imperterriti a slalomare a caso tra passeggini e corridori. E in qualche caso anche fin troppo incerti nel loro incedere e nell'equilibrio decisamente precario. Io ho semplicemente approfttato di quanto messo a disposizione cercando di non sbattere qua e là tra adolescenti intenti a cercare pokémon e genitori distratti alla rincorsa dei figli in fuga.

L'intera strada costiera che separa Lignano dal mare è lunga poco più di otto chilometri. Una distanza perfetta per qualsiasi allenamento. La parte migliore è quella che si trova nella zona centrale, chiusa al traffico. Una ex-strada chiusa al traffico veicolare e suddivisa per carreggiate in parte pedonale e ciclabile. Non c'è vista sul mare, ma per più di un chilometro, quasi completamente diritto e ben asfaltato, ci si trova immersi all'ombra di un fresco bosco di pini marittimi. Strada che ho sognato ad occhi aperti quando lo scorso anno boccheggiavo alle otto di mattina tra i campi di ulivi della Puglia. Più avanti, proseguendo verso est si passa nella zona più frequentata dai turisti, in cui la pista ciclabile è divisa con la strada aperta alle auto, mentre la zona pedonale si trasforma nel grande marciapiede del lungomare che costeggia la spiaggia (circa tre chilometri). Ad ovest invece la pista ciclabile scompare fino ad arrivare a Lignao Riviera, dove anche la parte pedonale è relegata ai bagni e l'unico punto in cui poter correre rimane la strada, ma con un netto calo del traffico in movimento. Un percorso diviso in parti ben riconoscibili che aiutano nelle percezione della distanza in tutto l'allenamento.

Ci ho corso per due giorni, a sensazione, salendo e scendendo sul lungomare (e seguendo anche Chiara in bici durante i suoi allenamenti). E sarei potuto continuare più dei chilometri fatti (10 Km il primo giorno, 14 Km il secondo) aiutato, nonostante tutto, dalle mille distrazioni lungo la strada che aiutano a tenere lontana la fatica del momento. La cosa strana è che, in entrambe le uscite, naturalmente ci sia stata una progressione della velocità di passo, con il ritmo che è aumentato piano piano senza che me ne accorgessi. Forse la forma sta tornando piano piano o forse è stata solo la facilità di passo data dalla temperatura più che accettabile. O la voglia di correre senza pensare. Peccato non aver avuto la possibilità (e di non averla nemmeno nelle prossime settimane) di poter provare una gara in una città piena di turisti come Lignano ad agosto. Anche perchè, avendo corso sulle sue strade, non credo che sia il caldo il vero nemico dei runners.