Strarivolta (Rivolta d'Adda)
Oggi doppio personale: 2h 44' 23" sui 33 Km e se avessi parcorso il solo giro da venti come negli altri anni avrei abbassato per l'ennesima volta il tempo di percorso. Per lo meno essersi alzati all 5.45 con -1°C sul termometro ha dato le sue soddisfazioni. Quando sono arrivato alla partenza alle 7.00 non c'era quasi ancora nessuno in giro. Sono partito solo per il giro da 13 Km e davanti a me c'erano solo altri tre corridori ripresi dopo pochi chilometri. In realtà avrei dovuto compiere un primo giro da tredici e un secondo da ventuno insieme al gruppo, ma ad entrambi in realtà mancava un chilometro. I campi e il percorso erano ancora ghiacciati anche se il sole era già sveglio da parecchio. Avvicinandomi all'Adda la nebbia è scesa sempre di più fino quasi a nascondere il sentiero da seguire. A proposito di sentiero: sorpresa quando mi sono accorto che non erano battuti ma completamente ricoltati dal passaggio dei cavalli. Sembrava, in alcuni punti, di essere in spiaggia. Il punto più caratteristico è stato il passaggio lungo la recinzione del Parco della Preistoria, dove l'atmosfera era più che surreale. Giganti preistorici mi guardavano fissi oltre il cancello mentre la rugiada si scioglieva dai rami degli alberi e la luce del sole non ancora troppo alto allungava le ombre come lunghe zampre. Il silenzio rotto solo dal rumore dell'Adda faceva il resto.
Nel giro di poco più di 44 minuti sono tornato e ripartito per il secondo giro. Questa volta non più solo ma in compagnia di Valter. In realtà ci sarebbe dovuto essere Pietro, ma le strade ancora una volta hanno avuto la meglio sul suo orientamento. L'attenzione della seconda parte di domenica l'ho portata al mantenere l'andatura attorno ai 5 min/Km. Le strade di campagna, i sentieri, le spianate lungo il fiume erano completamente differenti da quelle percorse solo un'ora prima. Il sole ormai alto, il passaggio di numerose persone che hanno spianato le strade, il flusso continuo di parole e passi hanno trasformato l'atmosfera. Anche i dinosauri non erano più gli stessi. Dopo il bivio dei tredici, un saluto veloce con Roberta al ristoro e l'ennesima storta alla caviglia sinistra, quando ormai i chilometri stavano diventando trenta ci siamo avviati verso il giro della cava, parte più dura e noiosa di tutto il percorso. Speravo che fosse Valter a farmi forza ed a tirarmi, ma ben prestomi mi accorgo che sono molto più in forma di quanto credessi. Niente mal di gambe, nessuna difficoltà a mantenere il ritmo, nessun crampo. Come nulla fosse mi sono ritrovato all'arrivo. In maratona ci sarebbero stati ancora nove chilometri, ma oggi mi sentivo davvero bene.