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Valencia Ciudad del Running

Non c'è dubbio che Valencia sia davvero una delle città del running. Ci ho corso stamattina un allenamento che qualche mese fa sarebbe dovuto essere solo un pre-gara. Ma trovo che non ci possa essere posto migliore per ricominciare a fare sul serio.

Le ripetute non le correvo veramente da tanto tempo. Credo fosse fine agosto. E in quei giorni i mille erano a velocità doppia e in quantità tripla. Parliamo di serie di dodici ripetute da mille a tre-e-trenta. Roba da maratoneti. Oggi mi ritrovo al livello tapascione. Riprova e controlla, come diceva un gioco degli anni ottanta. Ci riproverò. Ci riprovo sempre. I giorni di Valencia li avevo immaginati in tutt'altra maniera quando quest'avventura era inziata. E non prettamente da turista come invece si stanno dimostrando. Ma è comunque importante esserci.

La scoperta più bella l'ho fatta questa mattina. Insieme a Tullio siamo scesi lungo il parco dei Giardini del Turia, il letto del vecchio fiume trasformato nel paradiso del runner. Chilometri e chilometri di stradine, viali ciottolati e vialetti immersi nel verde in cui correre. In centro città, lontani da auto e traffico. Quasi non credevo ai miei occhi. Soprattutto per la quantità di runners presenti. Tante maglie italiane e gente di tutte le età. Si vede che la maratona è ormai alle porte. E diciamoci la verità, Valencia è anche un po' italiana. Come a New York, sono quasi sicuro che la comunità del bel paese presente in questi giorni sulla costa spagnola sia la più numerosa dopo i padroni di casa. Chissà se lo stesso succederà anche a casa nostra prima o poi.

Valencia è anche bella da vedere. Il centro un gioiello quasi incontaminato. Brillante, tirato a lucido come nelle grandi occasioni. Grandi palazzi barocchi, lunghi e larghi viali di negozi e aria di festa. Un piacere per gli occhi. E speriamo anche per le gambe di chi correrà tutti i quarantadue chilometri di domenica. 

Temperatura direi ideale. Questa mattina durante le ripetute non più di 16°C all'ombra e poco di più al sole. E ci ho corso bene. Cinque serie da mille a 3' 40" per ricominciare a ricordare alle gambe come si corre. Non ero proprio ottimista prima di cominciare, ma sapevo che sarebbe stato un buon allenamento. E nonostante la fatica mi sono divertito. Quando le gambe girano, anche per poco, è sempre una soddisfazione. Ricominciare dove tutto sarebbe dovuto finire. Dove avrei voluto finalmente raggiungere quel sogno ormai vecchio di tre anni. Ma se mi trovo qua è perchè questa deve essere una tappa verso quel traguardo. Correrò anche senza arrivare alla fine, guardando con invidia chi potrà soffrire con le gambe. Come un briefing. Guardando il percorso dovrei ritirarmi attorno al ventiquattresimo chilometro, anche se il prof. Massini ne aveva previsti solo venti. Ma uno sguardo lo devo dare anche alla logistica. La voglia è tanta, almeno quanto l'invidia. Riprova e controlla.