Questo sito utilizza cookies, anche di terze parti, per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social-media e analizzare il traffico generato. Continuando a navigare in questo sito web acconsenti all'uso dei cookies.

Marcia classica Caluschese (Calusco d'Adda)

Quello che stasera più mi ricorda questo week-end nel segno della corsa sono le dita dei piedi. Un dolore costante da quando sono tornato a casa questa mattina. Sicuramente dovuto alla campestre di ieri a Seveso, ma anche alle due ore di corsa in salita e discesa di questa mattina. Calusco è una delle corse forse più affascinanti in alcuni tratti di percorso. Se poi fosse corsa in primavera sarebbe veramente fantastica. La gara ha riproposto praticamente lo stesso percorso dello scorso anno. Prima un giro per le campagne intorno ala paese, discesa verso il ponte di Paderno, salitone della via crucis, discesa fino al barcone di Leonardo, sponda dell'Adda fino a Villa d'Adda, salita verso la collina lungo la mulattiera e ritorno alla partenza.

Quando alle 8.10 parto col gruppo molti di quelli che avevano già deciso di fare il percorso dei 25 Km erano già partiti da una ventina di minuti. In realtà l'organizzazione indica come chilometraggio totale 27 Km, ma già dallo scorso anno ci eravamo accorti che fosse un po' più corta. Ma contando le lunghe e faticose salite sparse lungo la strada potrebbe anche valere per una trentina. Sono con Massimo per i primi dieci chilometri. Tengo un ritmo tranquillo, perchè so cosa mi aspetta più avanti. Il primo strappo pesante è dopo l'ottavo chilometro dove comicnia la salita della via crucis in corrispondenza del Ponte di Paderno. Almeno cinquecento metri di salita asfaltata dove quasi si fa fatica a correre. Una salita degna dei percorsi di montagna. Con passo breve e frequenza alta a piccoli passi ci avviciniamo alla sommità, superando un gran numero di quelli che ci precedono. Con sorpresa poco più avanti troviamo Lucia, Ivana e Fabrizio. Rimango un po' perplesso quando scopro che non hanno inserito il percorsa lungo nella loro preparazione per la maratona. Dopo il bivio dei dodici rimango solo e scendo fino al barcone di Leonardo. L'acqua dell'Adda, come tutte le volte che sono passato in quel tratto, è calma e tranquilla. Lungo le sponde nuotano cigni e anatre. Un posto da sogno. Poco più avanti comincio ad intravedere le prima maglie dei martesani che erano partiti prima di me. Li supero uno ad uno risalendo la sponda dell'Adda in senso contrario. Poco prima di risalire a Villa d'Adda riprendo anche le prime donne, Arianna e Antonella. Altra salitella. Poi il pezzo più duro di tutti che si snoda lungo una mulattiera di un paio di chilometri inerpicata lungo i piccolo paesi sulla collina. Quasi impossibile correre, soprattutto visto l'affaticamento delle mie gambe dopo il duro week-end tra veloci e lenti. Cerco di mantenere il ritmo dove riesco e alterno corsa e arrampicata per non sprecare energie. Arrivato in cima mi sembra di vivere un sogno. Prendo fiato al ristoro e poi mi butto in discesa verso gli ultimi sei/sette chilometri. L'affaticamento lo sento eccome, infatti subito al primi pasaggio lungo un piccolo boschetto prendo una leggera storta alla caviglia destra. Gambe e riflessi sono abbastanza segnati. Guardo per la prima volta il cronometro quando sono in prossimità degli ultimi tremila metri e vedo di poter fare un buon tempo. Mantengo il ritmo negli ultimi tratti in pianura e riesco a fermare il tempo a 2h 04' 05", dieci minuti abbondanti in meno ripetto allo scorso anno. Ok, i piedi ancora si lamentano, ma volete mettere la soddisfazione?