Corri e pranza a Fubine
Giornata di travel-running. La neve ha rovinato i piani di molti organizzatori. Qualche gara è stata annullata, qualche altra ha dovuto variare il percorso. Tra l'altro, nel periodo, la scelta non è vastissima. Fortunatamente ci ha pensato l'amico Fausto BioCorrendo a farci trovare la giusta alternativa per gli allenamenti in programma: scampagnata nel Monferrato. Per Chiara, che ama la zona, l'occasione di un buon collinare veloce per il suo fartlek di giornata, per me che non conosco le lande del Piemonte un buon motivo per vedere qualcosa di nuovo e la scusa per un lento allenante. Senza dimenticare la ormai dovuta, sognata e meritata classica tappa culinaria locale. Un buon allenamento. Nonostante la temperatura rigida (-2°C quando sono partito) e la nebbia del mattino. Ma è bello scoprire posti nuovi, soprattutto quando non si ha la frenesia del risultato ad ogni costo. Oggi mi sono goduto il correre, l'esserci e il farlo. Senza troppi pensieri, distratto solo qua e là da qualche fastidio inguino-addominale. Ma ormai anche questa è un'abitudine.
Grazie a Fausto BioCorrendo per le fotografie.
Fubine è un piccolo pesello arroccato sulle colline del Monferrato Casalese, vicino ad Alessandria. Strade strette e ripide. Salite mozzafiato e un piccolo castello in cima all'altura attorno alla quale si è sviluppato il centro storico. Esattamente dove la corsa ha preso il via. Avendo in programma il primo lungo pro-maratona ho optato per due giri del percorso nonostante la gara prevedesse solo 11,6 Km originali. Un'ora prima della partenza ufficiale mi sono ritrovato da solo lungo la strada. Una lunga discesa di un chilometro fino ad inizio paese e l'inizio dei sali-scendi continui che hanno girato attorno all'altopiano abitato. Tanto freddo. La neve sciolta che ha bagnato l'asfalto era ancora completamente congelata formando dei larghi e scivolosi lastroni di ghiaccio in più punti. Non ho incrociato nessuno, con le case sparse tra i campi ancora dormienti. Solo qualche piccolo coniglio e qualche fagiano che si sono allontanati sentendomi arrivare. Sono partito tranquillo non conoscendo le strade e vedendo subito che non sarebbe stata una corsa semplice. Anche perchè fiato e gambe al momento sono quel che sono. Completamente a sensazione, senza mai guardare il cronometro mi sono goduto la mia corsa solitaria, memorizzando qua e là i tratti più difficili o i passaggi più a rischio. Un po' di pretattica, anche senza nessuna pretesa di tempo o classifica. Il cielo non ha mai accennato ad aprirsi e il sudore si è presto congelato su ciglia e cappellino. La salita tra l'ottavo e il nono chilometro me la sono segnata come il tratto più difficile ma anche più adatto ad attaccare e una volta ritornato, dopo 53' 58", in paese ho solo aspettato il via ufficiale per il mio secondo giro.
Un po' di ritardo per la partenza che mi ha fatto prendere più freddo del previsto, ma soprattutto una buona partecipazione. Ne ho approfittato per dare qualche consiglio a Chiara. E come immaginavo i primi metri di gara sono stati un'inutile bagarre. Tutti si sono buttati a rotta di collo giù dalla invitante ma impegnativa discesa di centro paese. Gambe fresche e tanto fiato ancora da rompere. Ma i conti li hanno dovuti fare subito dopo, quando alla prima salitella impegnativa i muscoli hanno detto no. Non dovendomi preoccupare del tempo ho solo cercato di mantenere un passo più veloce rispetto al primo giro, ma senza esagerare. Ed una alla volta ho cominciato a scalare posizioni. Quando le fila si sono leggermente allungate ho visto Chiara poco piùa vanti, a rimorchio di un piccolo gruppo, e l'ho controllata a distanza, pensando ad un possibile allungo finale per, eventualmente, tirarla. La temperatura si è leggermente alzata, ma non è stata certamente ideale. I chilometri mi sono passati molto più velocemente rispetto al mio giro di ricognizione. Ho avuto riferimenti e mi sono perfettamente ricordato dove spingere un po' e dove trattenermi. Non è mancata qualche piccola sfida durante i sorpassi, qualcuno che si è accodato, qualcuno che ha provato a rimanere qualche metro più avanti. Ma inutilmente. Mi sono trattenuto fino al salitone finale dove ho poi deciso di allungare un po' il passo e provare a raggiungere Chiara prima del finale. Salita anticipata da una veloce e lunga discesa dove ancora una volta tutti si sono buttati a rotta di collo, per ritrovarsi poi senza gambe qualche decina di metri più avanti. L'esperienza. Quello che non mi è piaciuto è stato di nuovo il fastidio addominale. Non dolore e sensazione che non ha assolutamente influenzato la corsa. Ma sentire che qualcosa comunque non è a posto non è liberatorio. La testa rimane sempre un po' (pre)occupata. Gli ultimi chilometri quasi completamente in leggera discesa sono passati in un attimo. Raggiunta Chiara siamo andati di pari passo fino all'arrivo, insieme. Un piccolo ma impegnativo strappo in sterrato lungo la risalita delle mura del castello e la fine. E per lei terzo posto femminile assoluto. Questa volta in 49' 08". Calcolando che avrei potuto continuare oltre direi di essere più che soddisfatto. 23,4 Km collinari in 1h 43' 06", ad un mese di distanza dall'ultima mezza. Non sarà stata gara, ma oggi mi interessavano solo i chilometri.