Medio e Ripetute 10x300 60" rec. 2'
E' bastato che le temperature calassero percettivamente di qualche grado e che l'afa martesana sparisse, per rendere le due ultime uscite settimanali un faticoso piacere e non un girone dantesco. Un check perfetto per verificare che i litri di sudore versati per strada nelle scorse settimane non fossero andati sprecati inutilmente.
Venerdì è stata giornata per la seconda serie di ripetute settimanali, questa volta sul breve. Credevo che avrei pagato un po' la seduta indoor su tapis roulant, ma le cose sono andate ben diversamente. Nonostante attorno all'anello del Ginestrino l'ombra non fosse ancora calata abbondantemente, ho percepito subito la differenza di clima rispetto ai giorni precedenti. Sole caldo, si, ma senza quella afosa cappa ad intasare i polmoni, a far rimbombare la testa ed appesantire le gambe ancor prima di iniziare a correre. Nonostante i 30°C è stato piacevole sentire sulla pelle quasi una carezza dell'aria calda, ma non fastidiosa, del tardo pomeriggio. Mi è sembrato strano non trovare molti altri runners ad approfittare della situazione. E viste le buone sensazioni non mi sono tardato molto ad iniziare l'allenamento, quasi rinvigorito dalla situazione.
La tabella del prof. Massini prevedeva per questa volta dieci serie sui trecento metri da correre in un minuto. L'equivalente dei 3' 20" al chilometro in velocità. Ci ho provato, inizialmente scettico vista la risposta delle gambe nell'ultimo periodo, ma scoprendo piacevolemnte poi di aver trovato subito il giusto ritmo nelle gambe. Con la distanza divisa virtualmente in tre parti è stato abbastanza facile gestire tutti gli allunghi. Attenzione a non partire troppo velocemente nei primi cento metri, gestione di postura e spinta nella parte centrale e aumento di velocità in quella finale. Un gioco che mi ha permesso di subire meno l'affaticamento progressivo delle gambe. E verificare di volta in volta di riuscire a mantenere sempre la giusta velocità, ha dato quella fiducia in più per portare a termine l'allenamento senza particolari momenti di crisi passeggera. Uno degli allenamenti di ripetute che più mi ha dato soddisfazione dal punto di vista esecutivo nell'ultimo periodo. Per quello qualitativo c'è ancora da lavorare.
Ripensandoci ho forse fatto più fatica ieri mattina correndo il medio di 18 Km lungo il Naviglio. Nulla di trascendentale. Solo un aumento progressivo della distanza per arrivare tra quattro mesi ai quarantadue chilometro della maratona. Il cielo coperto ha reso piacevole tutto il periodo di andata. Mi sono sentito tanto in forza da avere la tentazione di aumentare il ritmo ben oltre il passo dei 4' 30" impostato. Ma sapevo bene che avrei rischiato di pagare caro poi il ritorno verso casa. E' ancora presto per cercare i tempi, e gli allenamenti settimanali non hanno certo aiutato le gambe a rimanere riposate per esplodere nel week-end. Ho appositamente scelto di correre dritto per dritto lungo la ciclabile della Martesana come una volta, per verificare i dati forniti dal Garmin Forerunner 630 che ho rimesso al polso da qualche settimana. Vedere come la postura e il bilanciamento della corsa varieranno con il migliorare delle prestazioni. O peggioreranno. Ma mi sembra un buon test per poter provare anche a migliorare quegli aspetti che inconsapevolmente potrebbero concorrere nei miei soliti infortuni.
Di una cosa sono già certo però. La fascia HRM-Run™ di Garmin è nettamente un passo avanti rispetto alle altre fasce cardiache di qualsiasi altra casa o fattura. Io che soffro parecchio il costringimento toracico e facilmente ne porto i segni per i giorni a seguire, non ho avuto alcun fastidio per tutta la durata dell'allenamento. E' bastato trovare subito la giusta misura. Il posizionamento e il fissaggio sono facilitati dal sistema aggrappante posteriore che non lascia scivolare la fascia lungo il torace nemmeno quando il movimento si fa più incisivo o la pelle si bagna o si perde qualche centimetro per il dimagrimento dovuto alla prolungata attività fisica. Mentre il modulo centrale, completamente nuovo e non rimovibile, è stondato sui bordi per non creare sfregamenti nella zona dello sterno. Una piacevole riconferma di quanto avevo già testato ad inizio anno.
Chiaramente l'analisi del passo e della postura le ho fatte solo a posteriori, una volta scaricati i dati a pc. In corsa mi sono limitato a godermi la mattinata, slalomando tra le decine di cliclisti che hanno inondato l'alzaia come ogni domenica. Ne rimango ogni volta piacevolmente stupito. Passo tranquillo soprattutto nella parte di andata risalendo il Naviglio in direzione dei Groppello. Temperatura più bassa del solito di qualche grado fino a quando il cielo non ha deciso di aprirsi e di lasciare che l'azzurro diventasse lo sfondo per il ritorno verso casa. E contemporaneamente anche il passo è leggermente aumentato. Una decina di secondi, ma a cadenza regolare. La cosa strana è averlo fatto nel momento in cui anche la fatica è iniziata ad aumentare per la disabitudine alla distanza. O forse proprio come conseguenza al contemporaneo aumento di passo e di temperatura. Ho avuto la tentazione di fermarmi per un sorso d'acqua, ma ho preferito continuare per non dare neanche un minuto di recupero al cardio e ottimizzare l'allenamento al massimo. Avesse fatto più caldo non ci avrei pensato due volte, ma è stato semplicemente la tentazione della mente per ritrovare un po' di refrigerio e non un reale bisogno fisico. Tornando negli ultimi chilometri ho pensato che qualche corsa più lunga, anche in settimana, non mi farebbe male. Soprattutto per abituare la testa. Ma di questo si dovrà occupare più attentamente Fulvio. L'obiettivo numero uno rimane sempre non farsi male.