Ripetute 20x300 66" rec. 1'
E' stata la volta delle ripetute brevi. Trecento metri per ridare ritmo alle gambe. Riabituarle piano piano al loro ritmo naturale, quel 3' 40" (e anche un po' più veloce in questo caso) con cui una volta correvano (quasi) la mezza maratona. Metri che si trasformano in chilometri solo con la costanza e l'allenamento. E senza rischiare di cadere ancora in qualche stupido infortunio.
Nonostante la pioggia, la temperatura è stata più che accettabile e il fastidio dell'acqua, a freddo, non è durato più di qualche minuto. Fastidioso è stato più arrivare al campo sportivo e trovare il cancello chiuso. Da quando la gestione degli impianti è stata cambiata è diventato quasi impossibile riuscire ad utilizzarli. Evidentemente a nessuno interessa l'attività fisica senza comunque guadagnarci qualcosa. Fortunatamene avevo salvato l'allenamento personalizzato sul Garmin Forerunner 235 e sono riuscito a seguire la seduta prevista anche senza l'ausilio della pista.
Venti ripetute, come due settimane fa, ma un po' più lunghe. 66" sui trecento metri corrispondono ad una velocità di 3' 39", quella che dovrebbe diventare (ritornare) la mia velocità di crociera per la mezza. Fortunatamente già oggi ho verificato che le gambe hanno voglia di fare di più. Il difficile è stato trovare la zona migliore per correre. Il lungo rettilineo davanti al cimitero che ho usato in passato nei momenti di emergenza oggi non ha fatto a caso mio. Tanto traffico intorno all'ora di pranzo e il continuo passaggio di auto e camion sull'asfalto bagnato è stato troppo fastidioso, soprattutto per riuscire a sentire i lap e il countdown del gps. Ho optato quindi per entrare in una strada secondaria nella vicina zona industriale. Non ho sbagliato a calcolare la lunghezza della via giusta, leggermente più abbondante dei trecento metri che mi sarebbero serviti per correre avanti e indietro.
La cosa che più mi ha stupito è stato vedere che, nonostante il carico delle ultime settimane, le gambe vanno. Evidentemente la pausa-trasferta in Tunisia dello scorso week-end ha fatto bene, anche se non sono riuscito ad assaggiare il suolo africano con le scarpe da running. Ma l'occasione ci sarà. Invece il leggero fastidio al polpaccio sinistro non molla ogni qual volta forzo un po' di più, ma, al momento, rimane sopportabile e controllato. Ripensando all'allenamento di oggi e confrontandolo con quello di due settimane fa ho trovato un'enorme differenza, soprattutto nella fatica nel concludere la seduta. Pensandoci bene oggi non ho fatto davvero fatica, non ho avuto la tentazione di mollare, pur andando ben più veloce di qualche secondo rispetto a quanto previsto dal prof. Massini. Non so se sia stata la pioggia ad aiutare o il fatto di non essere in pista, ma l'affanno dell'ultima volta non c'è stato. Mi sono sentito bene, controllato, consapevole di avere ancora qualcosa in più da dare, ma di non dovere arrivare al cento-per-cento subito. Forse sono solo riuscito a controllarmi ed a portare a termine la seduta in maniera continuativa. Sia in spinta chein recupero le gambe non hanno avuto problemi, alternado quasi costantemente un minuto abbondante di velocità con un minuto scarso di lento. Chiudere un allenamento così, con la voglia di provare a fare ancora di più, è una buona soddisfazione. I ritmi dovranno essere altri più avanti, ma per arrivarci bisogna passare prima, per forza, anche da qui.