Ripetute 2x3000 3' 50" rec. 1' 30"
Sembra che ci sia una forza oscura che controlla quotidianamente i miei allenamenti per rendere sempre tutto più difficile. Nuova seduta di ripetute lungo il Naviglio e ancora vento contrario su tutto il tratto di ritorno, come dieci giorni fa. Non mi lamento tanto per la fatica che comunque non sarebbe diminuita, ma perchè sarebbe bello ogni tanto avere un po' di strada spianata e non sempre in salita. Evidentemente sono destinato a soffrire.
Per lo meno le giornate si sono decisamente scaldate. Correre oggi è stato un piacere. Quasi un invito ad uscire e allenarsi. Dopo il freddo tagliente della scorsa settimana, i 13°C all'ora di pranzo sono stati un sogno. Durato poco. Appena ho sentito le folate di vento da ovest spazzare le foglie secche ancora rimaste sugli alberi, ho capito che la seconda parte di allenamento sarebbe stata tanto dura quanto bella. Non ho sentito le gambe troppo affaticate dalla Mezza Maratona di San Gaudenzio di domenica, ma il polpaccio sinistro ha deciso fin da subito di farmi sapere che non era troppo concorde con l'uscita odierna. Sinceramente non riesco a capire ancora cosa poter fare. Qualche giorno di riposo l'ho provato e non ha risolto nulla. Qualche giorno di allenamento sopportando il fastidio non hanno cambiato molto. Eppure non mi sembra di avere lesioni o contratture tali da allarmarmi. Spero solo di non peggiorare. Ma vista la settimana di scarico in previsione da domani a domenica, spero che qualche migliorìa ci possa essere.
L'inizio della prima sessione sulla ciclabile della Martesana è andata molto bene. Col fido Garmin Forerunner 235 ho controllato di non esagerare troppo col ritmo iniziale, cercando di controllarmi. E il passo è stato ben più di quello sperato, avantaggiato probabilmente per qualche secondo dal vento a favore. Motivo per cercare di risparmiare le forze in vista del ritorno. Devo dire che qualche grado in più sul termometro aiuta decisamente a correre meglio. Non tanto per il freddo, che comunque passa dopo una decina di minuti, ma per il vestiario un po' più leggero. E il metabolismo generale che aiuta la corsa. Credo che i 10°C col sole siano la temperatura e il clima perfetto per correre.
Bene i primi tre intermedi, 3' 47', 3' 46" e ancora 3' 46". Ho sentito sbito di star bene, di correre composto, di avere decisamente il controllo della situazione. Anche se verso il finale un po' più di sofferenza c'è stata. Mi è sembrato invece un po' corto il tempo di recupero, passato in un attimo. E mi sono subito ritrovato riproiettato lungo il Naviglio ma cambiando direzione. Nonostante il vento contrario, il primo chilometro è quasi passato indenne con un nuovo 3' 46". Ma evidentemente lo sforzo per mantenere il ritmo costante è stato maggiore rispetto alla prima parte, perchè nei due chilometri rimanenti la fatica è uscita prepotentemente. Mi sono accorto di non riuscire più ad avere la brillantezza dell'inizio, soprattutto nelle gambe. Le folate mi hanno rallentato in tratti differenti e il passo si è accorciato, cercando di aumentare la cadenza. Ho sentito indurirsi il polpaccio e un po' mi sono preoccupato. In effetti lo sforzo maggiore l'ho sentito fare proprio alle gambe, non più reattive e diventate pesanti di colpo. Come in salita. Ho perso qualche secondo, 3' 55" e 3' 54", ma non ho smesso di spingere fino allo scoccare dell'ultimo intermedio.
Confrontando le due sessioni posso essere contento, visto che quanto perso nel ritorno è lo stesso di quanto guadagnato nel tratto di andata. E poi come al solito non mi sono risparmiato. Con la coscienza sono a posto. E finalmente adesso ho qualche giorno per riprendermi. Domenica sarà il prossimo appuntamento delicato. Avrei dovuto e voluto provare i diecimila in gara, ma gennaio è ancora mese di cross e le corse su strada purtroppo latitano (ci sarebbe la Corsa di Miguel a Roma da correre con i ragazzi del Runner's World Challenge, ma purtroppo è un po' fuori mano). Peccato, perchè l'adrenalina e l'aiuto della competizione non possono essere le stesse dell'allenamento. Ma forse sarà comunque un'uscita da ricordare. Simone, il nostro socio fondatore ad honorem di Corro Ergo Sum Runners, potrebbe essere di ritorno dagli USA per il week-and e potrebbe accompagnarmi, insieme a Franco, al Parco di Monza. Momenti che andrebbero oltre qualsiasi emozione regalata da una gara.