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Ripetute interrotte

Difficile pensare ad un inizio più in salita. Come ricadere di nuovo in un incubo. Sperando che invece sia solo un piccolo contrattempo. Quando ho sentito il piccolo fastidio al polpaccio non allentare la morsa e diventare più persistente ho deciso di fermarmi. Mi è venuto in mente Mario (Ruggiu) che ogni volta si raccomanda, se fa male meglio fermarsi. L'ho imparato a mie spese e questa volta spero di non essere andato troppo oltre.

Nonostante mi sentissi bene, la mattinata di ripetute non è andata proprio per il verso giusto. Non saprei dire perchè. Mi sentivo in forma. Forse solo un po' troppo vestito leggero per i 2,5°C che avevo sottovalutato inizialmente. E forse è stato questo a penalizzarmi durante le serie. Sono partito a buon ritmo per cercare di scaldarmi il prima possibile e infatti già dopo la prima ripetuta il sangue ha riscaldato mani e gambe. Ma il 3' 40" che pensavo fosse un ritmo di controllo si è dimostrato addirittura troppo veloce del dovuto. Non riesco a capire come solo due settimane fa fossi riuscito a stare attorno ai 3' 35" ed oggi ho proseguito per tutto l'allenamento in una completa progressione negativa. Posso cercare le cause, ma sarebbero tutte solo ipotesi. Il freddo eccessivo che ruba energie per scaldare corpo e ossigeno? L'aver corso a digiuno? Il peso aumentato dopo le feste? Potrebbe essere tutto o potrebbe anche essere niente di tutto questo. Forse solo il fisico che ha bisogno di abituarsi ad allenamenti consecutivi. Non lo so. Il risultato è stato però deludente.

Un continuo rallentare. Fatica ad arrivare alla fine del chilometro veloce e un recupero lentissimo per ritrovare forza nelle gambe e un cardio più basso. Una sequenza che mi sarei aspettato un mese fa, non oggi: 3' 40", 3' 40", 3' 45", 3' 46", 3' 50", 3' 53". Assurdo. E' vero che in realtà il prof. Massini aveva previsto ritmi decisamente più blandi rispetto a quelli tenuti, ma lo stesso era capitato anche nelle settimane precedenti. La sensazione non è stata piacevole, per nulla. Forze che sono dimunuite di cento metri in cento metri, anche se con l'avanzare dell'allenamento ho sempre cercato di partire più piano e finire la ripetuta in progressione. Un lento declino che non sono stato in grado di combattere. Sarebbe quasi un sollievo scoprire di avere una qualche forma influenzale che mi ha debilitato. Ma il peggio non è stato questo.

Già ieri durante il lento lungo il Naviglio avevo sentito il polpaccio sinistro leggermente indolenzito. Nulla di preoccupante. Normale affaticamento dopo i chilometri degli ultimi giorni e le lunghe camminate della fine dell'anno a Roma. Verso metà allenamento il fastidio è però leggermente aumentato. Ho provato a correrci un po' sopra per capirne l'entità, ma sentendo diventare la gamba sempre più rigida e il dolore più pungente (tibiale posteriore), alla fine della sesta ripetuta ho deciso di fermarmi. Ne sarebbero mancate ancora due in realtà, ma ho preferito non peggiorare la situazione. Quello che non capisco è il motivo. Vero che ho fatto fatica per tutto l'allenamento, ma è anche vero che non ho spinto più di altre volte, anzi. Probabilmente la gamba sinistra in queste ultime settimane è stata inconsapevolmente più stressata dell'altra in recupero. I chilometri li ho ripresi poco alla volta, come la velocità. Sinceramente questa volta non saprei dove andare a sbattere la testa se il problema dovesse essere serio. Al momento il fastidio persiste e l'unica soluzione è quelche giorno di pausa. Vedremo.