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Ramadan

Sembra uno scherzo, ma è davvero così. Nel periodo che precede la maratona per la maggior parte dei podisti inizia un vero e proprio periodo di ramadan. Non un vero digiuno, ma un periodo di purificazione. Di rinforzo. Di sacrificio. Non una rinuncia che finisce al tramonto, ma che si protrae per mesi. C'è che lo fa iniziare con la fase finale di preparazione, chi qualche settimana prima. Per me quel giorno è oggi.

Dopo i bagordi natalizi protratti nell'anno nuovo, i pranzi e le cene tra amici e famigliari in giro per l'Italia, il giorno dopo l'epifania è il giorno in cui si deve essere forti e iniziare. Rimandare anche solo di qualche giorno per la comodità mentale di farlo con l'inizio della settimana sarebbe già una mezza sconfitta. Solitamente il mio ramadan comincia con l'iniziare della tabella di dieci settimane prima della maratona. Ma gli ultimi mesi di pausa e soprattutto le ultime settimane di non-controllo mi hanno convinto ad iniziare subito. Via il dente, via il dolore. Soprattutto un aiuto mentale per mettermi subito nell'ottica di lavorare per un obiettivo. Più nessun rinvio, più nessuna attesa. Si parte.

Cosa vuol dire ramadan? Semplicemente ritornare ad avere un equilibrio totale nell'arco della giornata. Non solo allenarsi in una certa maniera puntando ad un obiettivo. Ma cercare di raggiungerlo anche attraverso tutto quello che è il contorno. Vivere bene, riposare e recuperare gli allenamenti, mangiare in maniera bilanciata. Nessuna dieta disperata. Di tempo ce n'è a sufficienza e i chili da togliere non sono poi molti. E naturalmente l'allenamento per la maratona aiuta già di per sè a perderne. Stamattina la bilancia ha segnato 69,5 Kg [kgr], un po' di più di quello che mi aspettassi, ma non in maniera eccessiva. Probabilmente anche l'aver ripreso a correre da poco ha inciso con l'aumento di peso, che non necessariamente è dovuto esclusivamente all'aumento di grasso. I muscoli che si stanno riprendendo e riformando fanno comunque la loro parte. L'obiettivo minimo è perderne tre in tre mesi, per cui più che fattibile. Se poi riuscissi ad andare anche oltre tanto meglio.

Intanto questi giorni saranno i più difficili. L'inizio è sempre la parte più dura. Mangiare equilibrato e senza esagerare non comporta diete drastiche, ma solo evitare ciò che fa più male e non va d'accordo con la corsa. Niente dolci, niente fritti, carboidrati controllati, cena leggera, meno formaggi, zero alcool. E un piccolo contentino la domenica nel pranzo dopo-gara. Con gli anni ho imparato che basta poco per fare molto, basta essere costanti e non cedere alle tentazioni. E passata la prima settimana, tutto diventa poi più facile. Meglio poi mangiare più frequentemente (colazione, merenda, pranzo, merenda, cena) e meno che farlo solo durante i pasti. Piccole poche regole che associate ad un allenamento più intenso per preparare i quarantadue chilometri hanno il giusto effetto.

Perchè poi alla fine è sempre la maratona il vero obiettivo. E con i 12 Km di oggi ho iniziato il mio viaggio verso il 3 aprile: Milano Marathon. Ho una rivincita da prendermi. Non so ancora quanti saranno i chilometri che mi ci porteranno e non ho ancora deciso le tappe. Ma ho ben chiaro dove e come. Spero solo che non sia un miraggio come lo è stata la Maratona di Valencia. Pensavo che sarebbe stato facile oggi uscire e correre, invece la strada si è fatta subito in salita. Gambe pesanti e fiato corto. Forse la stanchezza accumulata negli ultimi giorni, i viaggi in giro per l'Italia e il mal di schiena che ha ricominciato a infastidirmi. Ma il Naviglio mi ha rassicurato. Spettatore di tante preparazioni mi conosce meglio di chiunque altro. Come in maratona devo imparare a cominciare piano. Con costanza. Per lo sprint finale bisogna prima vere il gonfiabile dell'arrivo.