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Toccata e fuga

Ultima tappa prima del ritorno alla normalità. Ritorno che coinciderà con l'inizio della preparazione per la maratona di primavera. Ancora qualche giorno di mare al riparo dalla bora triestina. Ma un cambiamento climatico drastico, dalla primavera romana al freddo inverno del nord-est. Ci sarà da fare i conti anche con questo nei prossimi, primi, allenamenti.

Ho approfittato degli ultimi giorni di vacanza per accumulare qualche chilometro in più nelle gambe. Per iniziare a smaltire un po' di peso in abbondanza. Ma anche per ridare ritmo al fisico e arrivare nei prossimi giorni pronto ai primi allenamenti. In accordo con il prof. Massini, dopo questo ultimo mese di assestamento, torneremo ai cinque allenamenti settimanali. Ho capito che il mio fisico ha bisogno di riposare per dare il massimo e stressarlo ulteriormente oltre il necessario è solo un fastidio e un errore che non devo più commettere. I migliori risultati in mezza e maratona dopotutto li avevo addirittura raggiunti con solo quattro allenamenti alla settimana. Ho già intravisto leggendo la tabella anche nuovi lavori per aumentare (praticamente da zero) resistenza e velocità. Di strada ce ne sarà da fare. E non vedo l'ora di cominciare.

Tra ieri e oggi invece solo un po' di lento e progressivo verso il mare. 11 Km ieri mattina scendendo verso la marina e ritornando poi a Monfalcone. Un clima strano. Neve a Gorizia, che piano paino si è trasformata in pioggia mitigata dalla temperatura del golfo, fino a scomparire vicino al mare. Purtroppo mi sono fatto prendere dalla paura del freddo-bagnato e sono uscito troppo coperto rispetto al mio solito, soffrendo inutilmente. Evidentemente l'esperienza non basta mai. Ma le gambe hanno reagito bene, dandomi un ritmo naturalmente attivo, spingendo sempre un po' di più verso il finale. Il sali-scendi romano è rimasto solo un ricordo. 16 Km invece quelli di oggi, più freddi ma più asciutti, aggiungendo anche una parte di circuito che non avevo mai corso prima. Solito giro passando da Staranzano e zona industriale di Monfalcone verso Marina Julia. Ma invece di svoltare verso Bistrigna e ritornare verso casa, ho continuato a seguire il corso del canale Brancolo fin quasi a San Canziano, per riprendere la via del ritorno dalla direzione opposta al solito. Una strada che per tranquillità e flora mi ha ricordato l'amato naviglio Martesana. Stessi colori, stessi profumi, stesso panorama. Mi sono sempre trovato solo, quasi abbandonato tra canale e mare. Il momento perfetto per pensare, immaginare i prossimi mesi, scegliere la giusta strada da seguire.

Come mi succede spesso quando corro al mattino, che sia presto o tardi, ho preferito uscire a digiuno. Forse Fulvio non sarà pienamente d'accordo su questo, ma mi piace sposare la teoria che correndo da digiuni si abitui il corpo a sfruttare un maggior apporto di grassi rispetto ai carboidrati. Quello che serve in maratona. Sicuramente la fatica è maggiore, soprattutto all'inizio, ma sono convinto che col tempo i risultati si possano concretizzare, soprattutto quando l'obiettivo primario sono proprio i quarantadue chilometri. Non sono ancora entrato del tutto in clima maratona, ma il pensiero diventa ogni giorno più presente. Pressante. Reale. Vicino.