Natale di corsa
Ci sono tanti modi per correre. E le festività di Natale sono la gara perfetta per vedere quanto ci si è allenati dutante l'anno. Corsa a tappe tra i pranzi in famiglia. Corse per scambiarsi regali. Corse per stare insieme a tutti, anche a chilometri di distanza. L'unica corsa che invece ho mancato è stata quella del mattino presto lungo il Naviglio. Quella che a Natale ha un sapore tutto diverso.
Non so perchè, ma ritrovarsi anche sullo stesso percorso di tutti i giorni in alcune occasioni particolari regala delle emozioni diverse. Come se la luce, gli odori, il clima, per un giorno fossero completamente diversi dal solito. Come se il mondo sapesse che è un giorno speciale. Effetti collaterali del provare piacere dalla fatica, forse. Come fare un regalo a se stessi. Sapere che si sta facendo qualcosa che in quel giorno non è richiesto e farlo con più cuore. Lo strappo alla regola che ti fa stare meglio.
Mi è dispiaciuto non esserci. Ma è stato meglio così. Il fastidioso mal di gola arrivato la sera della vigilia si sarebbe potuto trasformare in qualcosa di molto peggio e ogni tanto un po' di coscienza fa solo bene. Mettere a rischio anche le ultime settimane di corsa regolare non avrebbe avuto senso. E allo stesso tempo non avrebbe avuto senso giocarsi anche l'ultima gara di fine anno, quel pettorale che non indosso da quasi tre mesi. La We Run Rome. Mi ha fatto piacere scoprire in questi giorni che nonostante saremo nella capitale ci sarà l'occasione di incontrare anche alcuni amici di sempre.
E alla fine ho solo rimandato tutto di ventiquattr'ore, sostituendo il Naviglio col mare. La corsa l'ho fatta comunque, prima in autostrada per attraversare il nord Italia e finire i festeggiamenti tra Gorizia e Trieste. Per correre poi verso il mare. Vederlo anche solo qualche minuto prima di ritornare verso casa, è sempre un regalo. E i 12 Km tranquilli sotto il sole caldo di metà mattina di Santo Stefano me li sono goduti senza nessuna preoccupazione, senza nessuna fretta. Le gambe avevano voglia di sfogare la voglia repressa delle ultime ore e da sole hanno fatto il ritmo. Anche la schiena da troppo tempo ferma tra sedie e sedili è stata subito meglio. Il lento si è trasformato in un progressivo che sa tutto e solo di voglia di evadere. O solo di tornare alla normalità. Macinare chilometri, assaporare la strada e asciugarsi il sudore.