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Ripetute 6x1000 3' 35" rec. 2'

Il momento peggiore in un allenamento di ripetute, quando il sole è coperto dalle nuvole, il clima umido e la temperatura percepita bassa, sono i primi chilometri di riscaldamento. Dieci minuti che possono fare la differenza tra un allenamento perfetto e una serie sofferta. Non tanto per la fatica della corsa, quanto per la voglia e l'abbigliamento sbagliato. Basta chiudere gli occhi (e orecchie e bocca e naso) e buttarsi.

Abituato alle ultime giornate di sole (all'ora di pranzo) con temperature ben oltre le medie invernali, ritrovarsi a metà mattina con la tipica giornata grigia milanese non è stato di stimolo a voler uscire per l'allenamento. E anche se la temperatura è stata tutt'altro che fredda (7,5°C prima di Natale sono un clima da nababbi) la tentazione di coprirsi un po' di più c'è sempre stata. Su un lento o uno scarico non farebbe troppa differenza. Ritrovarsi invece in pista per le ripetute con troppi indumenti addosso sarebbe potuto essere un guaio. Ero anche consapevole che passati i primi momenti di acclimatamento il resto dell'allenamento sarebbe poi passato indolore (dal punto di vista calorico), ma la tentazione di coprirmi (troppo) c'è stata. Per fortuna non ho ceduto, perchè già al secondo giro dell'anello del ginestrino il sangue in circolo aveva scaldato le mani anche senza guanti. Avessi avuto pantaloni lunghi o maglia pesante le ripetute sarebbero state un delirio.

Invece, con somma sorpresa, sono andate ancora meglio della scorsa settimana. E questa volta ho potuto monitorare anche l'andamento cardiaco grazie al Garmin Forerunner 235. Il clima alla fine è stato un alleato e non un ostacolo in più. Rspetto agli allenamenti di questa estate tra luglio, agosto e settembre una passeggiata. In realtà sono partito con l'intento di non fare né più né meno quanto fatto sette giorni fa, ma mi sono ritrovato un po' più veloce di come mi fossi lasciato. E con un piccolo vantaggio/svantaggo dovuto al Forerunner 235.

Il vantaggio è stato poter controllare il passo durante la singola ripetuta in tempo reale e non dover aspettare la fine dei mille. Lo svantaggio proprio quello di non poter verificare la velocità finale di ogni singola ripetuta. Come domenica ho provato a testare l'allenamento preimpostato da Garmin Connect per le ripetute attorno all'anello di Carugate. Il problema che ho avuto (e che credo succeda a chiunque utilizzi lo stesso metodo) è che ad ogni inizio di nuova fase (in questo caso quello che mi dà problemi è il recupero) viene visualizzato dal display la schermata che indica quale sia la successiva tipologia di allenamento da eseguire, andando a nascondere di conseguenza l'indicazione del tempo dell'ultimo lap (in questo caso la ripetuta). In realtà il problema sarebbe facilmente risolvibile, inserendo tra i valori da visualizzare nella schermata principale il tempo dell'ultimo lap, in modo da controllarlo durante la fase di recupero. Impostazione che mi devo ricordare di inserire per la prossima volta. Anche se per qualche giorno le ripetute non saranno tra i miei programmi.

Il risultato dell'allenamento mi ha comunque stupito. Un anno fa ho esattamente corso i miei diecimila più veloci e infatti anche gli allenamenti rispecchiavano l'alto stato di forma. Ma la differenza di allora sta nella preparazione complessiva. Quello che mi manca è la resistenza. Un conto è correre veloce le ripetute, un conto mantenere la velocità sulla distanza. Le gambe, il cuore e soprattutto la testa non sono ancora pronti. Ma già leggere certi intertempi a cronometro è un buon risultato vista la situazione di poche settimane fa. Partendo con l'allenamento sono andato completamente a sensazione cercando di non forzare al massimo le prime serie per non rimanere scottato prima della fine dell'allenamento. Non ho saputo esattamente ad ogni giro quale fosse il tempo ci percorrenza, ma dando un occhio al real-time da metà ripetuta in poi mi sono fatto sempre un'idea di come stesse andando. Ma non pensavo così bene. 3' 34", 3' 35", 3' 33", 3' 36", 3' 35", 3' 38" sono tempi che solo due settimane fai mai mi sarei sognato.

La vera differenza la fa la fase di recupero. Molto lenta. Ma di questo adesso ho bisogno. Far riposare le gambe e far scendere il battito per riuscire a ripartire nuovamente con lo stesso ritmo. Ci vuole un po' di tempo per riequilibrare il tutto, ma ci sarà. Alla fine oggi nelle prime quattro serie non ho avuto grossi problemi. Correre attorno all'anello del ginestrino è un bell'aiuto grazie ai riferimenti continui ed ai tanti allenamenti fatti. Ho spinto bene, ho corretto la postura quando la concentrazione ha iniziato a cedere, ho mantenuto controllato il passo finchè sono riuscito. Gli ultimi due chilometri sono stati più duri, ma ne ero consapevole ancora prima di iniziarli. La vera riprova di come sto l'avrò solo tra una decina di giorni alla  We Run Rome, ma non vedo l'ora di riprovarci. L'ultimo pettorale disponibile prima della fine dell'anno. Ma una spinta decisa verso quello nuovo. Un 2016 che sarà denso di sorprese.