Ritorno alla normalità
Dopo giorni di tribolazioni l'unica cosa di cui ho sempre e solo avuto bisogno era il ritorno alla normalità. Alla tranquillità. Al quotidiano. Guardare il foglio con gli allenamenti settimanali appeso in bacheca, uscire di casa in direzione Naviglio, ripetere il saliscendi lungo l'alzaia e ritornare stanco ma soddisfatto. Riviviere quei giorni tutti sempre uguali, avanti e indietro. Quei giorni che chilometro dopo chilometro, come per magia, si trasformano in una maratona.
E' quello che alla fine sono riuscito a fare negli ultimi giorni. Davvero basta poco per essere felici. Il Naviglio non mi è sembrato mai così bello, come belle e perfette sembrano tutte le giornate. Belle se c'è il sole come questa mattina. O belle se c'è la nebbia come la scorsa settimana. Fredde, umide, calde. Non è il contorno quello che importa, ma la voglia di farlo. Di sapersi godere quell'ora ricercata, voluta. La schiena non è completamente a posto, ma non è nemmeno peggiorata. E questo è già un gran bel passo avanti. Le ultime uscite mi stanno dando fiducia. forse sono sulla buona strada e magari l'ultima corsa dell'anno alla We Run Rome potrebbe anche darmi qualche piccola soddisfazione.
Tutto è iniziato venerdì mattina, con 12 Km in progressione (51' 21") immersi nella nebbia della Martesana. Sei chilometri lenti e sei chilometri a passo più spinto. Il freddo e l'umido sono stati compagni quanto mai perfetti, anche se inaspettati. La strada rimane sempre la stessa, ma il mondo tutto intorno cambia, si evolve, si trasforma, come la scenografia di un teatro. E io ho solo recitato la mia parte meglio che ho potuto. Le gambe, nonostante la disabitudine della corsa mattutina, hanno reagito bene. La schiena ha dato il suo benestare e non ho potuto fare altro che godermi tutto.
Domenica invece è stata forse la prima vera prova per capire quanto questo continuo tira-e-molla delle ultime settimane abbia inciso sulla mia ripresa. 10 Km simulando una gara, anche se a passo un po' più lento. Come ormai mia abitudine ho lasciato fare ritmo alle gambe, ascoltando solo in parte i dettami del prof. Massini. Non perchè non volessi, ma perchè serviva a me. In realtà prima di iniziare l'allenamento non lo sapevo nemmno. Pensavo che il ritmo impostato a 4' 10" fosse più che sufficiente per il medio in programma. Invece di chilometro in chilometro ho sentito di stare bene. Le gambe che avevano voglia di spingere, il cuore che reggeva bene il ritmo, i tempi che poco alla volta si abbassavano ad ogni intermedio. Fortunatamente non ho tirato al massimo, accontentandomi di rimanere intorno ad un ritmo sui 4' al chilometro (40' 30" il totale), perchè nella parte finale un po' di sofferenza l'ho avuta. Disabitudine. Non solo alla velocità, ma a mantenere il cuore sotto sforzo per troppo tempo senza farlo recuperare. Anche se le ripetute di giovedì mi hanno dato buoni segnali per quel che riguarda la potenza muscolare, la resistenza è davvero in alto mare. Come come per tutto il resto ci sarà modo e tempo per migliorare.
Stamattina poi il via alla nuova settimana con altri 12 Km. Ne avevo davvero voglia. Un po' perchè i giorni di pausa non fanno altro che aumentare la voglia di uscire a correre, un po' perchè avevo bisogno di stare lontano dalla scrivanie e dalla sedia. Sono più che convinto che sia quello il mio problema più grande. La sedentarietà lavorativa. E già capiro è un buon passo in avanti per provare a risolvere il problema. Evidentemente il mio destino era quello di correre e non quello di rimanere seduto... Oggi solo un'uscita defaticante di 53' 01", ma più che sufficiente. I polpacci hanno risentito già del ritmo più spinto di domenica e il lento di oggi credo fosse l'ideale per scaricare un po' di tensioni. Giornata fresca e grigia come nel migliore autunno e tante bici a sfilare lungo il Naviglio. Davvero tante. I pensionati non si fanno certo scappare l'opportunità di divertirsi. Avrei pagato oro solo qualche settimana fa per ritrovarmi in giornate come queste. Non sono nulla di speciale, ma sono quelle che faranno la differenza più avanti. Magari è solo l'aria di Natale. A Natale sono tutti un po' più buoni. Anche la sfiga.