La paura di riprovare
Prova e riprova prima o poi arriverà la volta buona. Di questo sono sicuro. Ma c'è sempre un piccolo tarlo nella mente che insinua la sua incertezza. Più dopo che prima. Perchè con le scarpe ai piedi è un altro mondo. Il freddo sparisce, la nebbia si dirada, la stanchezza diventa piacere, il tempo si dilata. E' il ritorno alla realtà ad essere più tragico. Quei momenti passati ad aspettare l'uscita successiva.
Il day-after. Quando la schiena comincia a scricchiolare, insieme alla certezza di essersi lasciato tutto alle spalle. Un po' di streching, qualche esercizio per rilassare i muscoli. Perchè se la corsa non è andata bene non lo si scopre subito, ma dopo. Ieri è stata la riprova che correndo sto bene. Più che bene. Giornata fresca ma sole ancora abbastanza caldo (quando riesce a forzare la barriera creata dalla nebbia). Cambio percorso lungo le strade tra Melzo, Pozzuolo Martesana e Trecella. Non le faccio più molto spesso, ma sono ritornate quasi ad essere familiari. Certo, abitare vicino al Naviglio è tutt'altra cosa. Lo avevo sottovalutato. E invece devo dire che ha il suo fascino e la sua comodità. Anche perchè lungo la Martesana sembra che i chilometri si accorcino. E' una percezione strana, dovuta forse ai due chilometri iniziali di riscaldamento prima di arrivare all'alzaia. Ma correre lungo la ciclabile del Naviglio è sicuramente un vantaggio. Auto e strade lontane per lunghi tratti, calma e tranquillità tra campagna e zone residenziali. Ma soprattutto la comodità di farlo ad un passo da casa, a qualsiasi ora del giorno. Il paragone è immediato quando strade cambiano.
Ma a distrarmi da tutto questo ci hanno pensato di due nuovi orologi al polso per qualche settimana, il nuovo Garmin Forerunner 630 e il nuovo iWatch di Apple. Due strumenti totalmente agli antipodi, pensati entrambi per gli stessi fini. Ma per esigenze differenti. Il primo, gps per lo sport che diventa anche uno smarwatch a tutti gli effetti, il secondo, lo smartwatch per eccellenza che si presta a monitorare anche l'attività fisica. Due mondi a confronto. Ma di questo ne parlerò a tempo debito. Correre dando uno sguardo prima al polso sinistro e poi a quello destro ha allontanato la testa dal continuo monitoraggio della situazione della schiena. E anche il ritmo ne ha beneficiato. Sono contento che nelle ultime uscite le gambe riescano autonomamente a decidere un ritmo in crescendo.
Proprio ieri ho poi prestato anche attenzione alla situazione del polpaccio. Il mediale non ha più dato segnali di allarme. Anzi, proprio di nessun tipo. Evidentemente i continui tira-e-molla della schiena hanno dato altro tempo di recupero ai muscoli. Peccato che poi proprio ieri ho anche rischiato un nuovo infortunio dovuto alla strada. Correre con le foglie che coprono totalmente il manto stradale non è il massimo della sicurezza. Sotto si possono nascondere tranelli pronti a scattare all'improvviso. E infatti una piccola storta per una buca invisibile me la sono presa. Nulla di tragico o traumatizzante, ma oggi insieme ai postumi della zona lombare ho notato anche un leggero fastidio lungo la fascia muscolare della gamba sinistra. In compenso ho corso bene. Il Forerunner 630 dice leggermente sbilanciato verso destra e probabilmente ha ragione, ma falcata e postura generale mi sono sembrati buoni. Mi piacerebbe vedere dopo qualche settimana di allenamento le cose come si potrebbero evolvere.
Perchè alla fine è di questo che ho bisogno. Correre. E correre costantemente senza intoppi. Riprendere ritmo, riprendere costanza, riprendere abitudine, riprendere velocità, ricostruire i muscoli. Ho voglia di sentire la fatica solcare le gambe, il fiato corto e il cuore che pulsa. Mi manca quella soddisfazione dovuta alla stanchezza, allo sfinimento dopo una seduta di ripetute. Quel momento in cui ci si accorge di essersi spinti appena un poco più in là.