La schiena ha detto NO
Altri giorni di stop. Il peggio non è quando ci si infortuna. Il peggio è quando non si capisce cosa ci sia che non va. Stare fermi ed essere consapevoli di come guarire è già un vantaggio. Ricadere a sorpresa in continue pause forzate invece è qualcosa difficile da accettare. Ma tant'è.
Dopo i ventiquattro chilometri di Valencia di nuovo il tracollo. E per eliminare il problema bisogna capirne la causa. Ma al momento non ho ancora capito cosa possa essere. E soprattutto i pareri che ho chiesto sono discordanti. Rientrato dalla Spagna la schiena ha di nuovo fatto crack. Dolori alla fascia lombare e conseguente contrattura al quadrato dei lombi. Martedì ho fatto concorrenza alla Torre di Pisa fino a quando le mani sapienti di William (fisio) prima, e quelle di Eleonora (osteo) poi, non mi hanno rimesso in piedi dritto. Un problema muscolare, a detta di entrambi. Ma perché?
La scorsa settimana è stata movimentata, lo ammetto. Prima a Londra e poi Madrid e Valencia. Alberghi diversi, letti diversi, cuscini diversi. Voli continui per gli spostamenti e giornate intere tra corsa, convegni e giri per la città. Uno stress c'è stato sicuramente, ma che non giustifica il risultato. Oppure la postura scorretta in corsa e lo sbilanciamento dovuto all'infortunio che a lungo andare hanno creato problemi. Quindi come correre al riparo? Uno dei problemi più grossi sembra essere sempre lo psoas. Sia destro che sinistro. E anche Fulvio stamattina mi ha detto di lavorare su quello. Quindi dai prossimi giorni gli esercizi di Core Stability devono diventare un must e non essere sporadici. Mi sa che sto invecchiando.
In compenso stamattina, dopo aver parlato con il prof, ho corso 10 Km tranquilli sul Monte Stella, la montagnetta di San Siro. Era da un po' che avrei voluto fare un giro e finalmente ce l'ho fatta. Su e giù circumnavigando la collinetta, risalendo a spirale fino alla cima e riscendendone poi. Suggestivo correrci in questo periodo, con la foschia che nasconde i grattacieli di Milano, le foglie morte e umide a terra, il colore rosso giallastro a contrapporsi al grigiore sommesso della città. Fatica tanta, fiato poco. Le gambe che stanno bene e la schiena che però non ha intenzione di lasciarmi in pace. Sento che non è a posto, ma correre è il momento in cui meno mi da fastidio in questi ultimi giorni. Anche riuscire a dormire bene è stato un gran traguardo. Lo stesso che però non vedo guardando più avanti. Tanti progetti e tanta voglia di fare. Ma prima devo riuscire a ritornare a star bene.