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Campioni di infortuni

Nei giorni scorsi ho avuto la fortuna e la possibilità di conoscere e parlare con alcuni campioni dell'atletica all'allenamento del Nike Run Club di Milano.

Andrew Howe (detentore del record italiano di salto in lungo), Matteo Galvan (oro nei 400 metri ai Giochi del Mediterraneo del 2013), Chiara Bazzoni (oro sia nei 400 metri che nella staffetta 4x400 ai Giochi del Mediterraneo 2013), Giulia Riva (giovanissima campionessa sui 100, 200 e 400 metri), Marco Fassinotti (oro nel salto in alto ai Campionati italiani assoluti indoor nel 2015), Alessia Trost (oro agli Europei Under 23 di salto in alto a Tallinn), Federica Del Buono (bronzo agli Europei indoor di Praga nei 1500 metri), Valeria Straneo (argento ai Mondiali del 2013 e agli Europei 2014 nella maratona) e Diego Marani (oro ai campionati italiani indoor nella staffetta 4x200m nel 2015). Gente che corre, salta, vola. Come noi. Gente, anche, che si infortuna. Più di noi.

Andrew Howe è da tre anni ormai che combatte con la sfortuna. Perchè quando ti infortuni, una buona dose è anche di quella. Ma non si abbatte. Ha provato anche a ritornare al suo vecchio amore, la velocità, ma senza riuscire ad uscirne. Ma è già pronto per riprovarci con Rio 2016. Mai arrendersi. Anche Federica Del Buono, nonostante la giovanissima età, è ferma da cinque mesi. Sentirla parlare, raccontare del recupero è come ascoltare le paure degli amici che si incontranio la domenica. La testa che non si libera dalla paura, la poca tranquillità, allarmi che suonano in continuazione. Storie vissute. Non da meno il racconto di Valeria Straneo. Lei che dopo due anni sugli allori si è ritrovata con una stagione quasi senza corse (pur vincendo la Coppa Europa a Squadre sui 10000 m di Chia, nda). Parliamo, ci scherza su. Quello che però mi lascia allibito è sentirle dire "Oggi ho corso solo tredici minuti, perché devo riprendere per gradi dopo cinque settimane in cui sono rimasta completamente ferma con la corsa". Tredici minuti? E noi che dopo un infortunio ci spariamo subito un'ora di corsa! Anche qui c'è tanto da imparare. Come il consiglio che dà a chi ancora è alle prese con lo stop. “Ho fatto bici, nuoto, corsa in acqua, palestra. Chi ne ha più ne metta… l’importante è non stare fermi”. E in questo un po' mi ci sono visto. Anche se io personalmente l'ho fatto per cercare di non ingrassare a dismisura, mentro credo che per lei il problema non si ponga minimamente data l'esiguità corporea.

Intanto il mio recupero procede. Da lunedì sto riseguendo il programma che il Prof Massini mi ha preparato per tornare a ritmo. Per gradi. Con molta calma. Aumentano gli allenamenti, ma non la distanza. E poca velocità. Le gambe si devonoriabituare piano piano al carico, sia di chilometri che di spinta. Corsa lenta e a sensazione e qualche progressivo per il momento. Oggi 12 Km sul Naviglio nella pausa pioggia a metà giornata, 54' 02". Clima perfetto anche se un po' umido. Dopo le prima corse in cui la voglia dava benzina alle gambe, in questi ultimi giorni sto facendo un po' più di fatica. Ma credo sia normale. Ormai ogni recupero è sempre più difficile e più lungo, ma mi ci devo abituare. E magari non ricadere. I prossimi impegni invece saranno sulle distanze più brevi e tra qualche settimana. A Valencia, in occasione della maratona, mi godrò solo metà del percorso a ritmo tranquillo. Il mio primo lungo. Invece probabilmente riproverò i diecimila il 29 novembre a Padenghe del Garda. D'altornde, se Valeria riesce a preparare un'olimpiade con quasi iun anno di stop, perchè io non dovrei farcela per una semplice scampagnata di quarantadue chilometri a Milano?