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Corsa contro il (mal)tempo

Ho fatto un allenamento, ma in pratica è stata quasi una gara. E da quanto ho letto in giro, non sono stato l'unico a farla. Lo sprazzo di bel tempo e cielo azzurro che ieri a metà giornata ha squarciato le nuvole nere e cariche di pioggia del mattino, ha invitato molti (quelli che hanno potuto) ad uscire per una corsa asciutta e calda.

E il caldo abbraccio del sole è stato piacevole all'inizio. Ma l'uscita tranquilla e rilassante che molti hanno immaginato si è trasformata ben presto in una corsa contro il tempo. Contro il tempo, in termini di minuti-secondi e contro il tempo anche dal punto di vista metereologico. Perchè, come successo a me, appena svoltato il giro di boa, davanti ci si è parato un nuovo muro alto, grigio e scuro di nuvoloni carichi d'acqua sospinti dal vento in arrivo da da ovest. L'obiettivo per tutti è diventato provare a tornare a casa asciutti.

Il fatto è che il mio allenamento ieri aveva tutt'altro obiettivo, allungare ancora di qualche chilometro l'uscita e arrivare a 12 Km. E così ho fatto. E all'inizio è anche stato facile e piacevole. I raggi del sole caldi e leggeri sono stati uno stimolo contrapposti all'aria che comincia ad essere pungente. Basta guardare la cima delle montagne per capire che l'inverno è quasi già arrivato. Guardando il crono della prima parte di allenamento si capisce che le gambe sono state bene. Anche se devo dire che in questi giorni il cuore sta facendo davvero fatica. Corro un po' più veloce dei 4' 30" che dovrei tenere, ma i battiti salgono quasi subito sopra i 160 bpm, cosa che un mese fa accadeva veramente di rado e solo durante gli allenamenti di qualità. Ma visto che devo riprendere l'abitudine non me ne preoccupo. Col tempo si sistemerà anche quello.

Il Naviglio è stato quasi completamente deserto, se non per qualche altro runner che ha colto il momento giusto per correre. Il sole ha iniziato ad essere coperto a tratti quando mi sono ritrovato nelle campagne tra Bellinzago e Inzago, col vento che ha cambiato direzione e il clima che è diventato un po' più fresco. Ma mai mi sarei immaginato di vedere il cielo azzurro colorarsi di grigio appena invertito il senso di marcia. Fortunatamente ho sentito le gambe reagire bene per tutto il tratto di corsa e i cambi di ritmo non hanno avuto alcun riscontro negativo. Anzi forse sono stati un bene. Inizialmente ho anche rallentato un po' il passo per recuperare ma, una volta lascia alle spalle Inzago e avuta più chiara l'idea di come il clima si stesse evolvendo, ho iniziato ad aumentare.

In lontananza erano ben evidenti i fronti temporaleschi in avvicinamento. Almeno tre. Capirne velocità, distanza e direzione però non è stato così facile. Anche a chilometri erano ben riconoscibili i tratti in cui la pioggia stava già cadendo copiosamente. E visti i rovesci di questi ultimi giorni, trovarmici in mezzo non sarebbe stata la cosa a cui avrei tenuto maggiormente. Per cui ho accettato la sfida. Senza però barare. Aumentare di troppo il ritmo non sarebbe stato leale. Certe folate di vento mi hanno ricordato il lunghissimo che ad inizio anno avevo corso a Novellara. Là devo dire che ci era andata molto peggio. Ho anche incontrato Alessandro, compaesano, appena partito per il suo allenamento, ma ancora in senso contrario al mio. Ho preseguito con lo sguardo fisso verso le nubi, con il sole ormai ricordo lontano.

All'ultimo chilometro ho quasi pensato che non ce l'avrei fatta. Appena sorpassati i palazzi che mi stavo riparando dal vento, ho dovuto letteralemente lottare per arrivare fino all'ultimo metro, con folate di vento freddo e gelido in arrivo da nord. Ma niente pioggia. Ho notato stormi di cornacchie gracchianti che volavano basse, scomposte, in cerchio, facendosi trasportare dall'aria. La luce del giorno è diventata di quel giallognolo tipico dei temporali primaverili, l'aria decisamente fredda. Ma i nuvoloni hanno deciso di sfiorare appena Gessate e solo ben qualche decina di minuti dopo i miei 52' 27". In un certo senso ho vinto. Anche se non so quanto per merito mio e quanto per benevolenza del tempo. Magari la prossima volta correremo insieme.