Nel limbo
Dopo una settimana di verifica, sono passato ai quindici giorni di limbo. Quelle due settimane in cui, una volta assodato che il problema è passato, si cercano i ritmi, le sensazioni, la famigliarità, la costanza.
Saranno forse le due settimane più dure dal punto di vista mentale. Due settimane in cui non forzare troppo per la smania di voler recuperare, ma nelle quali la fatica si farà sentire per la disabitudine dalla corsa. Quindici giorni in cui sarà fondamentale trovare la motivazione nonostante i risultati saranno l'ultima cosa a cui puntare a breve termine. Una settimana in cui alternare i giorni di allenamento su distanze medie di 10-12 Km e i sette giorni successivi per riabituare testa e soprattutto gambe ai giorni consecutivi di corsa. Di fretta non ne ho, tanto vale fare le cose come si deve.
E uno dei primi problemi da combattere sarà anche il peso. In un mese abbondante sono arrivato ai 68,7 Kg e il primo allarme è già scattato. Speravo che bici e piscina mi avrebbero potuto aiutare a non prendere troppi chili, ma evidentemente la resa non è la stessa della corsa. Soprattutto la mia attenzione alimentare in questo mese è stata latitante. ma come sempre succede, non appena i ritmi cominceranno a salire le cose inizieranno a sistemarsi. E visto che le temperature si stanno abbassando, un po' di grasso in corpo non può fare che bene per abituarsi.
Ieri è stata la prima uscita con la pioggia autunnale. A molti piace, io ne farei volentieri a meno. Soprattutto dovendo partire sotto l'acquazzone. Ma ho pensato a quanto avrei pagato anche solo due settimane fa per poter correre nella peggior condizione possibile e qualsiasi malavoglia è scomparsa immediatamente. Anche perchè la temperatura di questi giorni sui 14°C è l'ideale per correre, e bastano due chilometri perchè il fresco iniziale sia solo un ricordo. Infatti ho corso bene. Tranquillo, senza alcun problema. Andata e ritorno sui 10 Km verso Inzago. Mi ero ripromesso di non correre subito sul solito tratto di Naviglio, ma ieri ho voluto riprovare l'ebrezza di tornare sui vecchi passi.
I percorsi famigliari di allenamento hanno quel sapore di casa che altre strade non sanno dare. Si riconoscono le sfumature dell'erba, i piccoli segni sulla strada che nessuno vedrebbe, si sa esattamente dove ci si trova senza alcun bisogno di gps e cronometri. E ritrovarcisi in gara è come avere una spinta in più. Tornarci dopo tanti giorni di stop è stato come passare a trovare vecchi amici che non si vedono da un po' di tempo. Tutto è diverso, ma allo stesso tempo è sempre tutto uguale. Sono andato a sensazione, annusando il profumo di autunno. La DeeJay Ten di domenica ancora un po' nelle gambe, soprattutto nei quadricipiti. Mi sono chiesto come potessi essere stato così leggero nella corsa lungo le strade del centro di Milano e sentirmi invece così appesantito solo due giorni dopo. Ma so perfettamente che euforia e compagnia possono fare miracoli. Altri 43' 45" di corsa. Avrei pagato oro per riuscire a farli qualche giorno fa. E da questo ounto di vista adesso sicuramente sono più ricco.