Ripetute 16x300 60" rec. 1' 30"
Vacanze finite, si torna al lavoro. E lavoro vuol dire anche allenamento. Da quando siamo rientrati ho ripreso i ritmi giornalieri di corsa. Molto più facile essere costanti con regolarità nel proprio mondo. Lento rigenerativo sabato sera, lungo progressivo domenica mattina e una bella serie di ripetute brevi già questa mattina. Fortunatamente il tempo è stato clemente con temperature decisamente più abbordabili rispetto al caldo salentino. Ma qualche strascico vacanziero me lo sono portato comunque dietro. Le gambe sono molto stanche. Soprattutto quadricipiti, adduttori e flessori. Risultato del lavoro delle ultime due settimane. Gare brevi e veloci tra Toscana, Puglia e Abruzzo, saliscendi mediolunghi al caldo del Salento, collinari spaccagambe negli ultimi giorni nelle Marche. Stamattina è stata dura trovare il giusto ritmo fin dal primo metro.
Svegliarsi e trovare 17,5°C è stato però quasi un sollievo. Certi lavori hanno bisogno anche del giusto clima. E sapevo che al ginestrino, il centro sportivo a Carugate, sarei stato il solo a girare sull'anello da un chilometro. Meglio la settimana non sarebbe potuta iniziare. La pioggia leggera e quasi autunnale inizialmente un po' di fastidio me lo ha dato, ma è bastato qualche minuto di riscaldamento per dimenticarsene. Negli ultimi giorni il problema più grosso che ho riscontrato è quello di smollare le gambe. Sento i muscoli molto rigidi a freddo per il carico che ho fatto nelle ultime settimane e iniziare a correre non è semplice. Infatti, nonostante i due chilometri di riscaldamento, nelle prime due serie ho fatto fatica a prendere il ritmo dettato da Fulvio. Non ho volutamente controllato a che ritmo corrispondessero i 300 m in 60" previsti dall'allenamento (3' 19", nda), ma ho preferito affidarmi alla sensazione, così come sto facendo ultimamente in tutte le gare. Più facile imparare a conoscersi ed a riconoscere fatica e energie residue senza troppo aiuto elettronico.
Il primo impatto non è stato facile. 1' 04" e le gambe che a fatica hanno retto il ritmo per tutta la distanza. Sono rimasto stupito in negativo e non nego di aver pensato che forse l'allenamento non sarebbe andato come dovuto. Ma ho ripreso subito dopo i 90" di recupero lento. E piano piano le gambe si sono smollate. La falcata è aumentata, i muscoli si sono sciolti, il ritmo è arrivato. Ho sempre dovuto spingere al massimo per rimanere nei tempi previsti, ma il riuscirci è stata una buona dose di fiducia. Difficile fisicamente, ma non meno mentalmente. Le serie così lunghe sono ostiche da affrontare non tanto per la fatica istantanea, quanto per quella ancora da fare. Così, come si fa in gara, ho spezzettato l'allenamento, non pensando alle sedici serie da completare, ma andando di quattro in quattro, sapendo che le le ultime sarebbero state le più dure in assoluto.
I risultati sono arrivati. Sempre al limite, ma sempre secondo i ritmi. Probabilmente senza l'appesantimento delle salite della scorsa settimana, l'allenamento sarebbe stato più facile, ma meglio faticare un po' più adesso che dopo. Nel frattempo la pioggia ha smesso di cadere e le Nike Elite 8 si sono impregnate d'acqua. Ma dopo aver corso per due settimane con le ben più pesanti Adidas Energy Boost, la differenza si è sentita. Devo dire che sto prendendo feeling con questi muovi modelli Nike Zoom e li trovo decisamente comodi e reattivi. L'incognita maggiore rimane sempre la durata.
Le ultime serie sono state decisamente impegnative. Ho contato i giri che sarebbero mancati. Mi sono concentrato sui movimenti di braccia e gambe, aumentando l'ampiezza e cercando di rimanere meno rigido e più rilassato. Il ritmo è venuto e le gambe hanno spinto fino al loro limite. 12 Km impegnativi ma sicuramente anche profiqui. Altri 52' 37" da togliere al tempo che mi separa da Valencia. Ormai sono arrivati i giorni in cui non ci si può più risparmiare. Quelli in cui i desideri diventano realtà.