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Ripetute 4x1000 3' 30" rec. 1' 00" (37°C)

8 Km con le ripetute di ieri sera e 8 Km di scarico questa mattina. Praticamente un bi-giornaliero se non ci fosse stata in mezzo la notte. E direi che la situazione, visti gli ultimi giorni di caldo, è andata molto bene. Nonostante la sera la temperatura si alzi notevolmente (37°C durante le serie di ripetute) l'aria è anche molto meno umida rispetto al mattino (29°C quando ho iniziato a correre) e in molti casi è anche più facile trovare ombra. Credo di poter aver trovato la giusta dimensione per gli allenamenti di qualità. La fatica è stata tanta, ma la soddisfazione di avercela fatta ripaga del sudore lasciato lungo l'anello del Ginestrino. Il periodo di scarico, soprattutto mentale ma anche fisico, dopo la Monza-Resegone è servito molto. La voglia di ricominciare subito un'altra avventura per la Maratona di Valencia aumenta di giorno in giorno. E vedere che il lavoro fatto fino ad ora non è andato comunque perso un grande stimolo... #winningvalencia

Quando siamo arrivati al campo la prima cosa che Chiara mi ha chiesto è stata ce la fai a tenere i 3' 40"? Perchè in realtà era quella la velocità prevista per l'allenamento. L'ho guardata dubbiosa, con un semplice Boh!? come risposta. Visti i trascorsi della scorsa settimana e la fatica degli ultimi giorni non avevo la minima idea di come avrei potuto reagire. Anche se adesso mi sono quasi convinto che la debacle di una settimana fa fosse dovuta anche alla dose di antibiotici presi causa dente del giudizio. Stimolante è anche stato trovare quasi solo runners alle prese con i propri allenamenti lungo l'anello del centro sportivo, lento, medio o ripetute non fa differenza. Tra gli altri anche Loris (Mandelli). Beh, lui ha un altro passo. Ma constatare già dal primo giro di riscaldamento che un buon 75% del percorso fosse all'ombra mi ha dato fiducia.

Sicuramente correre la sera non è come per i chilometri mattutini. Le gambe non hanno avuto bisogno di svegliarsi, i muscoli sono stati subito rattivi, anche se la giornata lavorativa pesa sulla stanchezza fisica. Quando al secondo chilometro il Garmin ha dato il segnale sono partito per la prima serie. Alla cieca. Senza riuscire a capire lo sforzo. Il ritmo. Ho spinto, sentento le gambe cedere poco dopo i primi cinquecento metri, ma mantenendo la spinta fino alla fine. Quando ho guardato, il cronometro ha segnato 3' 30". E sono rimasto sbalordito. Anche perchè riuscire a mantenere lo stesso ritmo fino alla fine mi è sembrato praticamente impossbile. Soprattutto per i soli 60" di recupero tra una serie e la successiva. Mai provato prima. E devo dire che sono veramente pochi. Il cuore batte all'impazzata e quando è il momento di ripartire non è ancora ritornato al battito da riposo. Sarebbe stato interessante avere una rilevazione cardio.

Seconda serie. Mi sono detto di partire tranquillo e di pensare ai 3' 40" dettati della tabella di Fulvio. Ma le gambe sono andate da sole e senza controllare lo sforzo è stato ancora un 3' 31". Buono per la fiducia, ma deleterio per le gambe, stravolte. Bene ho sentito invece le nuove Nike Zoom Elite 8 ai piedi. Reattive e leggere, sicuramente un aiuto in più. Ed essere già a metà allenamento ha fatto sembrare la seconda parte in discesa. Nuova ripartenza controllata e allungo finale. Ancora come prima, 3' 31". Fiducia a mille, ma forze ormai alla fine. Il recupero da un minuto è stato veramente troppo veloce e l'ultima serie l'ho subìta parecchio. Sono due i tratti in cui sento di fare più fatica lungo l'anello. Prima tra i 500 e i 700 metri, ad inizio del lungo rettilineo e poi dai 100 ai 300 metri, dove c'è la piccola variante. Duecento metri in falsopiano che quando le forze cedono sembrano salite di montagna. Ho tenuto più che ho potuto, con Chiara poco più avanti ma impossibile da raggiungere con un solo giro di lancio, e alla fine il cronometro ha segnato un altro buon 3' 36". Per essere luglio, con temperature proibitive, alle prese con le prime ripetute lunghe e con solo un minuto di recupero, un risultato insperato e più che soddisfacente.

Un buon motivo per non cedere alla tentazione del caldo. Corricchiare quando non si riesce a fare di più, ma non smettere. Non arrendersi. Non tirare i remi in barca. Tutto quello che si fa adesso, è lavoro propedeutico per l'autunno. Ne basta anche poco. I tempi poi verranno, per forza. E poi non c'è niente di più bello che tornare a casa e tuffarsi soddo una doccia fredda ancora sudati.