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Variazioni X2 4 Km 4' 30" + 2 Km 4' 00"

Ritornare a casa col sorriso sulle labbra e la canotta zuppa di sudore è il miglior modo di finire un allenamento. Soprattutto perchè le premesse non erano delle migliori. Giornata ancora calda come le ultime, con un refolo di vento a movimentare gli alberi. Ma non abbastanza per goderne della frescura. Evidentemente però seguire scrupolosamente la tabella, sfruttando le sedute di recupero per un vero recupero e spingere solo nelle occasioni in cui lo si deve fare, dà poi i suoi benefici. Mi sono sorpreso del ritmo naturale preso dalle gambe, che questa volta mi hanno preso alla sprovvista, ma in positivo. Ho dovuto faticare per rimanere al passo con me stesso, quasi incredulo che in sole ventiquattro ore ci potesse essere stata una rivoluzione psico-fisica. Ma va bene così.

Quando sulla bacheca prima di uscire ho letto l'allenamento previsto per oggi mi sono detto semplicemente proviamoci e vediamo come va. Anche dieci secondi in meno, soprattutto nella fase di recupero, non sarebbero stati un problema. Anzi, forse da mettere in programma fin da subito. Mentre il gps ha cercato il segnale, il sole che ha battuto su schiena e testa non è stato meno forte di altre serate. Ma forse l'idea che i primi quattro chilometri fossero di puro riposo e che la fatica vera sarebbe stata solo dopo, probabilmente mi hanno aiutato. Ho semplicemente corso come ho fatto ultimamanete, senza spingere troppo e accontentandomi di quel che sarebbe venuto. Ma non mi sarei aspettao di avere un passo così facile (4' 22") già dal terzo chilometro. Psicologicamente la cosa mi ha aiutato molto quando è stato il momento di variare il ritmo. Le gambe si sono mosse naturalmente, ampliando la falcata e aumentando il ritmo. E la stanchezza, la spossatezza, la fatica che mi hanno accompagnato fino a qui nelle scorse settimane sono sembrate scomparire. Nonostante il tratto di allungo non fosse dei più corribili, il ritmo è stato ben oltre i 4' min/km previsti dal prof. Massini. Tutta fiducia.

Naviglio pieno. Sia di acqua che di runners. Peccato che i tratti in ombra fossero davvero pochi, perchè se si potesse ricavare lo stesso clima fresco che ho incontrato lungo le piste  ciclabili di Salisburgo, correre potrebbe diventare molto più facile. E il ritorno lo è stato almeno quanto il tratto di andata, con il secondo chilometro (ottavo in totale) in cui le gambe hanno spinto ben oltre quello che avrebbero dovuto fare in realtà. E me ne sono accorto solo alla rilevazione all'intermedio, anche se il livello di fatica mi era sembrato leggermente aumentato. Ma quando non si hanno grossi problemi o acciacchi (a parte un dente del giudizio che negli ultimi due giorni mi sta massacrando, nda) correre diventa un piacere. Si gode di ogni passo, facile e invogliante. E un ritmo (4' 30") che solo ieri sera sembrava impossibile mantenere per la troppa fatica (4' 40") questa sera è diventato un passo facile (4' 20"). Solo un prologo all'allungo finale.

Per evitare inutili stop sotto il sole troppo caldo, ho preferito partire con l'ultimo strappo qualche centinaio di metri più in là, dopo aver attraversato il semaforo ed essere su un tratto senza problemi di attraversamento. Ho spinto, ma sempre entro limiti accettabili, cercando di aumentare al limite solo poco prima dell'arrivo. Ancora una volta sui 3' 50" al chilometro. Mai mi sarei aspettao una reazione simile di corpo e gambe. 12 Km abbondanti in soli 51' 26". Se me lo avessero detto, non ci avrei creduto.