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Ri-carica

Quando una macchina viene parcheggiata e lasciata per qualche giorno in attesa ad Erve, vuol dire che è ormai tempo di Monza-Resegone. Lo testimoniano anche la lunga fila di parcheggi occupati lungo la strada che porta all'inizio del sentiero che sale sul Resegone. E salire anche col buio, è un po' ricordare i momenti già vissuti, sentire mancare il fiato e immaginare quello che succederà. Per noi è una sfida nuova. Un'idea passata nella testa e buttata subito sulla carta. Una prova sicura, ma con l'incertezza di una gara che non regala niente. Ci siamo già passati. Ma ad ogni giorno che passa il fiato si accorcia. Le gambe diventano pesanti. Gli avversari sempre più forti. Ed è così per tutti. Tensione che scemerà solo salendo sul palco davanti all'Arengario di Monza. Un attimo di confusione, un sospiro. Tre. Due. Uno. Via...

Che sia vigilia di gara (l'ultima vera gara prima della dovuta pausa estiva) lo ricordano anche gli allenamenti di questi giorni, che ormai contemplano solo uscite di scarico. Ne ho approfittato anche per correre un po' con Chiara, visto che poi sabato sera saremo fianco a fianco, insieme a Franco. Solo qualche allenamento lento, pochi chilometri, con tutta la calma del caso. Sensazioni buone da parte mia. Gli acciacchi dell'ultimo mese che mi avevano messo un po' in allarme proprio in vista della Monza-Resegone se ne sono andati quasi del tutto. Le gambe hanno recuperato e anche se i ritmi non sono come quelli di inizio primavera va bene lo stesso. A tirare il gruppo dovrà essere Chiara. E a quanto pare anche il tempo dovrebbe essere clemente, a meno di ribaltoni dell'ultima ora. Se possiamo fare a meno del troppo caldo o della pioggia sarebbe meglio, anche se poi le condizioni saranno uguali per tutti.

Quest'anno per la prima volta la Monza-Resegone avrà anche una classifica mista (uomo+uomo+donna o uomo+donna+donna), oltre alle tradizionali maschile e femminile. E se anche già nelle passate edizioni non mancavano team di uomini&donne, il livello in questa nuova gara si è alzato notevolmente. Nomi altisonanti e squadre fatte ad hoc per provare a vincere. Ma noi non ci facciamo certo intimidire. Abbiamo imparato sulla nostra pelle che non basta essere forti per arrivare Uno, bisogna dimostrarlo. La strada è tutta in salita. E che salita.