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Dal Circuito serale di Orino a Luino

E' bastato indossare un pettorale dopo un mese per ritrovare la spinta nelle gambe. Anche grazie ai 22°C concessi dalla serata orinese. Era da tempo che l'amico Paolo (Corsini, che ho accompagnato alla 100 Km del Passatore lo scorso maggio, nda) insisteva per un week-end sul Lago Maggiore. E finalmente siamo riusciti a trovare l'occasione per unire corsa-e-vacanza. Stare lontano dalle gare per tanto tempo, seguire gli allenamenti senza un obiettivo vicino, lasciare che la testa perdesse un po' di tensione è stato strano. Tanto quanto ritrovarsi al via, sotto il gonfiabile giallo della partenza, senza avere la minima idea di cosa sarebbe potuto essere. Incognite per la condizione e la stanchezza degli ultimi giorni. Incognite per la breve distanza a cui non sono più abituato. Incognite per il percorso decisamente ondulato. Tutto scomparso nella frazione di secondo dello sparo. Poi a comandare sono state le gambe.

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20 Km in Martesana

Venti chilometri sotto al sole dovevano essere e 20 Km sono stati. Anche se all'ultimo secondo ho cambiato destinazione. Invece delle campagne intorno a Settala ho potato per un lungo-lento  risalendo il Naviglio fino alla strada sterrata tra Groppello e Fara Gera d'Adda. Rilassato. Pensando a godermi una domenica mattina diversa ma uguale a tante altre. Sole già caldo e alto e pista ciclabile densa di cliclisti più o meno pratici. Certo, superarne la maggior parte a piedi senza nemmeno spingere il passo, fa capire quanto lo sport sia patrimonio poco-diffuso ultimamente. Ma meglio poco che niente. O incrociare improvvisati runner sofferenti racchiusi in k-way allacciati fino alla gola. Già non è semplice correre con trenta gradi, ma se poi uno pensa di poter iniziare a buttar giù peso racchiuso dentro ad un sacco di plastica è proprio sulla strada sbagliata. Il Naviglio è lo specchio di quello che siamo oggi. Corri e scopri un mondo in cui certe volte fai fatica acredere d'esser davvero parte.

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Nike Find your fast Challenge

Se, come succede ogni anno, arrivati nei primi giorni di vera estate non si hanno più stimoli o programmi a breve termine per organizzare le settimane successive o scegliere l'allenamento giusto per non perdere la gamba, il Find your fast Challenge organizzato e pensato da Nike in tutto il mondo, potrebbe essere la scusa buona per non abbandonare del tutto l'aria di competizione che ci accompagna invece durante tutto il resto della stagione. Le maratone autunnali sono ancora lontane, le prime gare di settembre stanno per arrivare ed essere già competitivi subito dopo il ritorno dalle meritate vacanze è un obbiettivo e un sogno che tutti hanno non appena indossano un pettorale dopo la lunga pausa di agosto tra mare e montagna. E affrontare una nuova distanza come quella sul miglio è una sfida che non si può rifiutare.

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Ripetute 16x200 40" rec. 60"

Saranno giorni difficili i prossimi. Soprattutto per le sessioni di qualità. Forse l'unica soluzione per trovare un po' più di fresco sarebbe correre al mattino presto. Molto presto. Ma io sono sempre stato dell'idea che nonostante tutto il caldo aiuta. Sarà più difficile, più pesante, più stancante, più duro, ma le uscite sopra i 30°C danno resistenza a fatica e sofferenza. Sono quelle situazioni al limite che si ripresenteranno il giorno della gara e sapere come affrontarle è un vantaggio. Affrontate con la giusta coscenza e consapevolezza, ascoltando gambe e testa, senza lasciarsi trasportare dal voler fare di più. E quando ci si ritrova in pista per una sessione di ripetute è ancora più importante saper valutare. Capire quale è il limite da non superare e portare a casa, comunque, un buon allenamento.

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Diminutivo, semplice

Predico bene e razzolo male. Malissimo. Se (forse) prima di iniziare a correre provassi anche ad ascoltarmi, potrei anche riuscire a portare a casa un'usicta sotto il caldo senza ritrovarmi sfinito. Che l'allenamento in programma non sarei riuscito a farlo sotto i 36°C della serata era abbastanza evidente. Sarebbe bastato rendersene conto e magari partire un po' più piano. Ma la voglia di fare è quella che a volte ci frega. Soprattutto quando ci si sente bene. Alla fine invece di un progressivo, o meglio, di una prima metà di allenamento lenta e una seconda un po' più veloce, ne è uscito esattamente il contrario. Ritmo troppo alto fin dall'inizio e drastico calo di energie ritornando verso casa. Praticamente un diminutivo. Un errore da principiante. Semplice.

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Variazioni X2 4 Km 4' 30" + 2 Km 4' 00"

Ritornare a casa col sorriso sulle labbra e la canotta zuppa di sudore è il miglior modo di finire un allenamento. Soprattutto perchè le premesse non erano delle migliori. Giornata ancora calda come le ultime, con un refolo di vento a movimentare gli alberi. Ma non abbastanza per goderne della frescura. Evidentemente però seguire scrupolosamente la tabella, sfruttando le sedute di recupero per un vero recupero e spingere solo nelle occasioni in cui lo si deve fare, dà poi i suoi benefici. Mi sono sorpreso del ritmo naturale preso dalle gambe, che questa volta mi hanno preso alla sprovvista, ma in positivo. Ho dovuto faticare per rimanere al passo con me stesso, quasi incredulo che in sole ventiquattro ore ci potesse essere stata una rivoluzione psico-fisica. Ma va bene così.

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Salisburgo inside

Gli atleti Red Bulls X-Alps stavano scaldando ali&piedi in vista della loro folle corsa attraverso le Alpi quando ho iniziato a scoprire Salisburgo. Solo il bisogno di un paio di scarpe e la voglia di uscire. Di rilassarsi. Di riprendere in mano il proprio tempo. Prima c'erano stati la visita all'Hangar-7 di Red Bull, la conferenza stampa con la presentazione degli atleti, il volo acrobatico sopra le Alpi sul Dc-6 del '58. Un condensato di emozioni e un susseguirsi di eventi che non ci hanno lasciato il tempo di respirare. Come il caldo asfissiante di questa inizio estate. Ed è proprio la corsa quella che sempre tutto rimette a posto. Ancora un viaggio, in solitaria, su strade sconosciute. Una città da scoprire. Il bisogno fisico di sentire il sudore scorrere questa volta per la fatica. L'aria fresca in faccia e il silenzio sibilare nelle orecchie. Come quando si prende una rincorsa e si spicca il volo.

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TomTom Cardio vs Polar M400

Ho avuto la curiosità di provare il TomTom Cardio fin da quando ne avevo sentito parlare, ancora prima che uscisse. Per chi come me soffre lo stretto abbraccio della fascia-cardio tradizionale, l'innovazione del rilevamento cardiaco da polso è un'idea di notevole successo. Mi capita e mi è capitato di correre (ci avevo fatto anche la mia prima maratona, nda) con la fascia legata al torace, ma soprattutto nelle corse con più chilometraggio e in quelle più di qualità (come ad esempio nelle sessioni di ripetute), dove il cardio sarebbe forse ancora più importante da controllare, ne ho sempre fatto a meno. Troppo il fastidio per poter portare a casa un buon allenamento o portare a termine una gara senza deconcentrarsi o avere problemi di scomodità. Per questo la possibilità di provare sulla pelle (del polso) il nuovo gps-cardio di TomTom mi è sembrata un'opportunità da non farsi cappare. Con l'occasione ho anche contemporaneamente confrontato prestazioni e risultati con Polar M400 e la sua fascia (in dotazione). E i risultati, in certi casi, sono stati una sorpresa.

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Stop

Le previsioni non indovinano quasi mai. Quelle del tempo intendo. Ma in questo periodo sembra che non commettano errori. Le mie invece, sportive, qualche baco qua e là ce l'hanno. Come decidere di provare le ripetute al mattino per evitare il caldo crescente della sera. Mai scelta è stata meno indovinata. Peccato essermene accorto solo strada facendo, quando ormai era tardi. Nulla di irrecuperabile sia chiaro. Il periodo estivo è sempre un'incognita, soprattutto per chi come me soffre dannatamente il caldo sopra i trenta gradi. E i tentativi, gli esperimenti ci stanno. Non ci sono gare imminenti, per cui sbagliare un allenamento qua e là non può avere effetti negativi su nessuna prestazione. L'importante è sapersi controllare. Conoscersi e dire ok per oggi basta.

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Ripetute 20x200 42" rec. 60"

Per molti è un tabù, per altri la motivazione per iniziare. Parlo del caldo. Del sole. dell'estate. Ma credo non ci sia periodo più difficile in tutto l'anno per correre. Soprattutto quando le temperature diventano estreme come negli ultimi giorni. Eppure vedo ancora gente correre con pantaloni lunghi e pinocchietti (soprattutto donne), giacche smanicate. Ma anche, fortunatamente, molti con la borraccia dell'acqua in mano. Da un estremo all'altro. Ed io mi ritrovo in mezzo. Credo che per correre in questo periodo sia necessario esclusivamente il buon senso. Non sempre è possibile scegliere le ore migliori e più fresche al mattino, ma è sufficiente conoscersi un po' per sapere quanto chiedere ancora alle gambe e ai polmoni e quando fermarsi e rifiatare. Anche una volta in più. Non è adesso il momento di fare gli eroi. Adesso è il momento imparare a soprav-vivere da comuni mortali.

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Salisburgo: corsa bike orientering

Giornata piena. Ma quando si tratta di sport è solo ed esclusivamente un piacere. Sono occasioni che non si possono perdere. Sono occasioni da sfruttare al massimo, soprattutto. Perchè trovarsi davanti ad un mare verde di colline, boschi che ricoprono i versanti interni delle montagne a picco sul lago, strade sterrate e sentieri che si intrecciano continuamente, con la sola scelta di indossare scarpe o salire su una bici, non capita spesso. Ma anche poterlo fare per dovere. E con l'ottica di provare nuove esperienze, sportive e tecnologiche. Toccare con mano (con polso) quello che l'occasione regala. Alla fine è stata una giornata faticosa, con la stanchezza che scorre ancora tra le dita. Insieme alle immagini del sole che scala le cime accompagnando la mattina, le ruote che girano scivolando tra discese e massi, il sudore che cola dalla fronte risalendo l'ombra del bosco per l'ultimo check-point.

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Quater pass insema tra Pesan e Burnac

E' stato un week-end all'insegna degli impegni sportivi. Ma diversamente da tante altre volte, molto più ludico e rilassante (sempre che di rilassamento si possa parlare quando poi si arriva a casa distrutti). Ma la giusta via di mezzo per divertirsi facendo quello che ci piace. Appuntamento venerdì sera al PalaIper di Monza per la premiazione del nostro quarto posto di categoria alla Monza-Resegone. Una cerimonia che ha dato il giusto premio a tutti gli arrivati in cima alla capanna del Resegone. Sabato invece alternativo. Le scarpe da running hanno lasciato posto alle due ruote, che ci hanno portato lungo i percorsi che seguono Naviglio e Adda risalendo verso Lecco. Per concludere poi, domenica mattina, con una tapasciata in martesana in quel di Pessano con Bornago. E non poteva mancare oggi un lento defaticante. Alla fine, c'è sempre una scusa.

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