Ripetute 18x300 60" rec. 1' 30"
Questa volta è stata più dura del previsto. Una sommatoria di condizioni che hanno fatto diventare un allenamento duro, un allenamento pesante.
Però è bello ripensarci. Dopo. Sapere di averlo fatto. Ricordarsi i momenti di sconforto ancora prima di aver concluso metà delle ripetute. Escogitare nuovi trucchi per confondere la testa che non ne vuole più sapere di andare avanti.
30.08 Fastest Day On Earth
Domenica 30 agosto sarà il giorno più veloce sulla Terra. Per chi corre naturalmente. In concomitanza con la fine dei Mondiali di Atletica di Pechino, #Beijing2015, Nike organizza un appuntamento unico per tutti i runner della community di Nike+ del mondo. Ne avevo parlato ad inizio luglio, come proposta di programma d'allenamento alternativo per questo periodo estivo. Un po' di brio nelle gambe prima della seconda parte dell'anno. Ed ora è arrivato il momento di tirare le somme. Milano, Roma, Londra, New York, Parigi. Ovunque siano, tutti i runner correranno il proprio miglio più veloce e condivideranno la foto della loro prova sui propri social con l'hashtag #sofast. Per entrare nella storia con Nike basta infilarsi un paio di scarpe da corsa e fare quattro giri di pista: http://gonike.me/fastestdayonearth_it.
La corsa di Nemo (Martinsicuro)
Ultima tappa del Running Summer Tour. E meglio non sarebbe potuto finire. Quattro corse, quattro doppi-podi, di categoria o assoluti. Ma soprattutto un grande allenamento, cosa non sempre facile da mantenere anche in vacanza quando ci si sposta di frequente e i chilometri a piedi si sommano a quelli in auto. Ma sicuramente viaggiare, spostarci, ci ha dato più possibilità di trovare gare alla nostra portata. Quattro in soli dieci giorni (anche se brevi) sono state un bel carico in vista dell'autunno, soprattutto se considerato il clima decisamente caldo e le salite a cui non siamo abituati. Inframezzati tra l'altro da allenamenti non meno duri. Ma tutto il contrario di quanto incontrato a La Corsa di Nemo, a Martinsicuro. Freddo (fresco), pioggia (tempesta), pianura (sabbia). Il modo migliore per chiudere il nostro tour.
Garmin Forerunner 225 vs 220
Dopo più di un mese di test giornalieri tra allenamento e gare, posso finalmente tirare le somme sul confronto tra i due fratelli esponenti della linea Forerunner di Garmin, il 220 (cardio con fascia) e il 225 (cardio da polso). Non ho mai avuto dubbi sul fatto di essere di fronte a due prodotti completi e affidabili. Fin troppo accessoriati per quanto mi riguarda.
La prima dopo i ferie (Cortenuova)
Da qualche parte si deve pur cominciare. E dopo lenti, gare veloci, ripetute brevi, ripetute lunghe è anche arrivato il tempo del primo lungo. Non lunghissimo, ma neanche tanto breve. 25,5 Km tra le campagne della bassa bergamasca, quasi bresciana, ancora sotto il sole estivo di fine agosto. Tapasciata che conoscevo solo di nome e non di fatto ma che finalmente ho potuto provare, visto che al rientro dalle ferie non sono ancora tantissime le corse organizzate nella afosa calura della pianura. Onestamente credevo che avrei sofferto maggiormente la non più famigliarità con le distanze lunghe. Ma tuttosommato, visto il ritmo facile e nonostante il caldo ancora asfissiante, una bella corsa. Non affollata come immaginavo, ma con un percorso corribile e lineare. Esattamente quello che mi serviva come alternativa all'amata ciclabile sulla Martesana. Ma ogni tanto bisogna cambiare.
21+21 non fa 42
Prendo spunto da uno scambio di battute di ieri con l'amico Andrea. Si parlava di esordienti in maratona. Della prima volta. Ed ho espresso i miei dubbi riguardo il buttarsi troppo presto in un'avventura lunga quarantadue chilometri. Ne parlo adesso perchè ormai settembre è alle porte e le giornate simil-autunnali degli ultimi giorni fanno volare già la mente ai prossimi appuntamenti ottobre-novembrini, dove in molti si cimenteranno per la prima volta con la gara più bella. Più importante. Più diversa. Più unica. E anche se la matematica non è un'opinione, nell'atletica le regole pitagoriche non valgono e ventuno-più-ventuno non fa quarantadue. La maratona non equivale a due mezze consecutive. Non pensate solo ad allungare la distanza. Non pensate che arrivati a trenta si arriverà poi a quaranta. Ci vogliono allenamento, costanza, sacrificio e soprattutto la consapevolezza che sarà un'avventura nuova, diversa. Ogni volta. Come insegna Emil Zatopek, "se desideri vincere qualcosa puoi correre i cento metri. Se vuoi goderti una vera esperienza corri una maratona".
Corri tra le Masserie del Nord Salento
Dopo neanche ventiquattr'ore, di nuovo in pista. O meglio, in strada. Questa volta un po' più su, a Casalabate. Tutta un'altra storia. A partire dall'orario. 18.30. Decisamente forse troppo presto per una corsa al mare, quando il sole è ancora alto nel tardo pomeriggio e la temperatura non ha minimamente iniziato a scendere. Tutta esperienza. Ma, un'altra storia, anche e soprattutto per il tipo di gara. Non più sali-scendi, non più ritmo sfrenato e intenso da circuito cittadino breve, ma un diecimila, solo un po' più lungo. 10,5 Km tra le campagne del Salento, in una zona forse un po' meno turistica, più rustica. Ma soprattutto con otto chilometri della sera precedente già nelle gambe. Caldo che bagna l'asfalto di sudore ancora prima di iniziare il riscaldamento. Come se ce ne fosse bisogno. Le gambe che sembrano macigni. Eppure non ci sarebbe stato altro posto in cui saremmo voluti essere in quel momento. Running Summer Tour, la terza tappa.
Fastest Day On Earth, il mio primo Miglio
7 km 4' 30" + 7 Km 3' 55"
In molti hanno sperato che con il rientro dalle ferie anche l'estate fosse finita. O meglio, il caldo. Un po' per la corsa, un po' perchè tornare in ufficio quando fuori non è estate è più facile. Le ultime settimane avevano portato un po' di freschezza e correre è sembrato più semplice. Ma sappiamo benissimo che da adesso fino ormai ad ottobre inoltrato saranno solo alti e bassi, con l'alternarsi di periodi un po' più freschi e ricadute di caldo. E' un classico ormai di ogni fine estate. E tutte le prime corse di settembre saranno vittime dell'alternarsi del clima. Con in più il peso dato dell'umidità. Ma chi ha alle spalle qualche hanno di corsa questo già lo sa. Basta ripensare all'incognita di ogni gara settembrina. Il fresco del mattino, l'afa del sole che al mattino fa evaporare l'umidità, il caldo asfissiante verso mezzogiorno. Ma così sarà per tutti. Per cui tanto vale non mettersi a fare troppi calcoli e pensare solo a correre. Di fatica ce n'è da fare ancora tanta.
Ripetute 16x300 60" rec. 1' 30"
Vacanze finite, si torna al lavoro. E lavoro vuol dire anche allenamento. Da quando siamo rientrati ho ripreso i ritmi giornalieri di corsa. Molto più facile essere costanti con regolarità nel proprio mondo. Lento rigenerativo sabato sera, lungo progressivo domenica mattina e una bella serie di ripetute brevi già questa mattina. Fortunatamente il tempo è stato clemente con temperature decisamente più abbordabili rispetto al caldo salentino. Ma qualche strascico vacanziero me lo sono portato comunque dietro. Le gambe sono molto stanche. Soprattutto quadricipiti, adduttori e flessori. Risultato del lavoro delle ultime due settimane. Gare brevi e veloci tra Toscana, Puglia e Abruzzo, saliscendi mediolunghi al caldo del Salento, collinari spaccagambe negli ultimi giorni nelle Marche. Stamattina è stata dura trovare il giusto ritmo fin dal primo metro.
Corri Poggiardo
Corsa che vai, usanze che trovi. E' stato quasi traumatico arrivare in Puglia ed essere subito proiettati sul percorso di gara. Nemmeno il tempo di adattarsi. Acclimatarsi. Orientarsi. Prepararsi. Passare dalle colline e l'aria fresca della Toscana, dell'Umbria alla piatta umidità del Salento. Con le sue strade sconnesse, strette, anonime. Il ricordo ancora vivido delle città medioevali nella mente. E davanti invece un susseguirsi di piccole case bianche disordinate, silenziose. Ma è bastato prendere la rincorsa dopo lo sparo per ritrovare la normalità. Sentirsi parte di nuovo di un mondo che è sempre unico. Uno. Chilometri che si rincorrono, fiato corto, sudore negli occhi. E' bastato quello per sentirsi di nuovo a casa.