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Errare humanum est

Continuo a sostenere che la prima cosa, e la più importante, per qualsiiasi runner sia imparare a correre. Tutto il resto che automaticamente viene collegato alla corsa deve venire dopo. Scarpe, allenamenti, gps, tabelle, vestiario. Imparare a conoscersi, conoscere cosa significhi fare fatica, gestirsi. Sapere che nel momento del bisogno, qualsiasi bisogno, si deve (e si può) contare solo su se stessi.

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Natale di corsa

Ci sono tanti modi per correre. E le festività di Natale sono la gara perfetta per vedere quanto ci si è allenati dutante l'anno. Corsa a tappe tra i pranzi in famiglia. Corse per scambiarsi regali. Corse per stare insieme a tutti, anche a chilometri di distanza. L'unica corsa che invece ho mancato è stata quella del mattino presto lungo il Naviglio. Quella che a Natale ha un sapore tutto diverso.

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Anteprima Garmin Forerunner 630

Ho sempre pensato che per correre fosse sufficiente una strada, asfaltata o meno, un paio di scarpe e la voglia di partire. Come in un viaggio. Motivo per il quale anche in un gps non ho mai ricercato più del necessario. Il calcolo della distanza, la velocità per gli allenamenti di ripetute, il tempo di corsa. Il cardio è sempre stata un'opzione accessoria, piacevole ma non necessaria, soprattutto per quella scomoda fascia da indossare. Ma quando ho messo al polso il Garmin Forerunner 630 mi si è aperto un nuovo mondo.

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Ritorno alla normalità

Dopo giorni di tribolazioni l'unica cosa di cui ho sempre e solo avuto bisogno era il ritorno alla normalità. Alla tranquillità. Al quotidiano. Guardare il foglio con gli allenamenti settimanali appeso in bacheca, uscire di casa in direzione Naviglio, ripetere il saliscendi lungo l'alzaia e ritornare stanco ma soddisfatto. Riviviere quei giorni tutti sempre uguali, avanti e indietro. Quei giorni che chilometro dopo chilometro, come per magia, si trasformano in una maratona.

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La Compagnia

Mi ero ripromesso di provare a ricostruire tutto partendo da quello che era stato. E anche se il passato non si può cambiare lo si può rincorrere. Ricordare. Ripetere. Tutto era cominciato qualche anno fa anche grazie all'aiuto di mio Zio che mi aveva più volte invitato alle tapasciate della domenica mattina, accompagnato nelle prime corse. E con lui ho pensato che tutto possa ritornare ad essere ancora migliore.

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Ripetute 6x1000 3' 35" rec. 2'

Il momento peggiore in un allenamento di ripetute, quando il sole è coperto dalle nuvole, il clima umido e la temperatura percepita bassa, sono i primi chilometri di riscaldamento. Dieci minuti che possono fare la differenza tra un allenamento perfetto e una serie sofferta. Non tanto per la fatica della corsa, quanto per la voglia e l'abbigliamento sbagliato. Basta chiudere gli occhi (e orecchie e bocca e naso) e buttarsi.

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Nella nebbia

Ho voluto riprovare a correre come una volta. Nel buio. Nella nebbia. Nel freddo. Per ritrovare quelle sensazioni che mi hanno accompagnato nei miei primi passi. La fatica per dimagrire, la voglia di spingersi sempre più in là senza conoscere il limite, la sorpresa dei risultati. Un modo per esorcizzare questo momento che non sembra passare. Per imparare di nuovo a soffrire.

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